In Italia sono 8 milioni e 600 mila i consumatori di alcol a rischio, 68 mila le persone alcol-dipendenti prese in carico dai servizi di cura, 4.575 incidenti stradali causati dall’uso di alcolici. I più a rischio sono ragazzi e ragazze tra i 16 e i 17 anni e i cosiddetti ‘giovani-anziani’, le persone tra i 65 e i 75 anni. Questi dati emergono dalla relazione al Parlamento trasmessa dal ministro della Salute Giulia Grillo alle Camere. I dati sono stati elaborati dall’Istituto Superiore di Sanità.
La prevalenza dei consumatori a rischio è stata nel 2017 del 23,6% per gli uomini e dell’8,8% per le donne, per un totale di oltre 8.600.000 persone, 6.100.000 maschi e 2.500.000 femmine. L’analisi per classi di età mostra che la fascia di popolazione più a rischio per entrambi i generi è quella dei 16-17enni (47,0% maschi, 34,5% femmine), che non dovrebbero consumare bevande alcoliche e dei ‘giovani anziani’ tra i 65 e i 75 anni. Circa 700.000 minorenni e 2.700.000 ultra sessantacinquenni sono consumatori a rischio per patologie e problematiche alcol-correlate.
La bevanda alcolica maggiormente consumata è il vino (48,1%), seguito dalla birra (27,1%), dai superalcolici (10,3%) e dagli aperitivi, amari e digestivi (5,5%). Nel corso del 2017 si sono verificati complessivamente 39.182 accessi in Pronto Soccorso caratterizzati da una diagnosi principale o secondaria attribuibile all’alcol: 70% maschi e 30% femmine. I dati disponibili più recenti sui decessi totalmente attribuibili all’alcol si riferiscono al 2015, anno in cui in Italia sono stati registrati 1.240 decessi, di cui 1016 (81,9%) uomini e 224 donne (18,1%). Le due patologie che causano il numero maggiore di morti per entrambi i sessi sono le epatopatie alcoliche e sindromi psicotiche indotte da alcol.