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Dai giochi di Stoke Mandeville alla classificazione delle disabilità  ai giochi Paralimpici

Pubblicato da: avv. Valentina Porzia | Mer, 15 Maggio 2019 - 10:45

Il Movimento Paralimpico e l’istituzione del  relativo comitato risalgono all’anno 1944.  Ebbene, presso l’Ospedale di Stoke Mandeville del nel Regno Unito, un centro medico per la cura delle lesioni spinali gestito dal Dr. Ludwig Guttmann, lo sport utilizzato ai fini della riabilitazione iniziò ad assumere i caratteri di  una vera e propria competizione sportiva.  La prima competizione di atleti su sedia a rotelle fu chiamata “Giochi di Stoke Mandeville” e  venne organizzata il 29 luglio 1948, durante la cerimonia inaugurale dei giochi olimpici di Londra.

Al predetto evento parteciparono  16 uomini e donne militari che gareggiarono nella competizione di tiro con l’arco.  Successivamente, ovvero nel 1952, i soldati olandesi disabili si unirono al Movimento Paralimpico e fondarono i “Giochi Internazionali di Stoke Mandeville”, precursori degli attuali giochi Paralimpici.

Nel 1960, su proposta del medico italiano Antonio Maglio, direttore del centro paraplegici dell’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, i giochi furono organizzati a Roma, ove parteciparono 400 atleti disabili provenienti da 23 paesi.  Dopo circa quindici anni,  ovvero nel 1976,vennero organizzati i primi Giochi Paralimpici Invernali in Svezia, che, come accade con i Giochi Paralimpici Estivi si ripetono ogni quattro anni, senza interruzioni.

Attualmente, gli atleti disabili che partecipano alle Paralimpiadi sono divisi tenendo conto della classificazione della loro disabilità, ovvero sono raggruppati in dieci categorie in totale, in base a diversi tipi di disabilità:

  1. a) Limitazioni fisiche: esistono otto tipi di limitazioni fisiche:
  • Limitazioni della potenza muscolare: le alterazioni in questa categoria hanno in comune il fatto che la funzione motoria è ridotta dalla contrazione deficitaria di un muscolo o di un gruppo di muscoli (ad esempio, i muscoli di un’estremità, una parte del corpo o la metà inferiore della stessa). In questa categoria sono inclusi gli atleti affetti da paraplegia e quadriplegia, distrofia muscolare, effetti della poliomielite e della spina bifida.
  • Riduzione del range di movimento articolare: riduzione sistematica dell’intervallo di movimento di una o più articolazioni. Disturbi acuti come l’artrite non sono inclusi.
  • Amputazione di uno o più arti: amputazione totale o parziale di un arto o delle articolazioni a causa di una malattia, un trauma o una deficienza congenita degli arti.
  • Differenza nella lunghezza delle gambe: accorciamento osseo significativo prodotto in una gamba a causa di un deficit congenito o trauma.
  • Bassa statura: altezza ridotta come conseguenza di arti più corti. Questa limitazione ha origine in un deficit muscoloscheletrico delle strutture ossee o cartilaginee.
  • Ipertonia muscolare: aumento anormale della tensione muscolare e diminuzione della capacità di un muscolo di allungarsi. L’ipertonia muscolare può essere causata da lesioni, malattie o condizioni che comportano danni al sistema nervoso centrale (ad esempio, paralisi cerebrale).
  • Atassia: è un impedimento che consiste in una mancanza di coordinazione dei movimenti muscolari (per esempio, paralisi cerebrale o atassia di Friedreich).
  • Atetosi: caratterizzata da movimenti involontari, scoordinati e una difficoltà nel mantenere una postura simmetrica (ad esempio, paralisi cerebrale o coreo-atetosi).
  1. b) Compromissione visiva: comprende gli atleti con disabilità visiva che va da coloro che hanno una visione parziale a coloro che soffrono di cecità totale. Ciò include l’alterazione di uno o più componenti del sistema visivo (struttura dell’occhio, recettori, il nervo ottico e la corteccia visiva). Le guide per gli atleti con disabilità visive sono parte essenziale della competizione, tanto da essere considerati una squadra. A partire dal 2012, queste guide insieme ai portieri visivi di calcio a 5 possono ricevere personalmente medaglie in caso di podio.
  2. c) Disabilità intellettiva: sono inclusi gli atleti aventi un significativo deterioramento delle funzioni intellettive e atleti aventi limiti associati al comportamento adattivo.

Per info ed approfondimenti, scrivere a avvocato@valentinaporzia.com

 

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