Ascesa in Puglia della disoccupazione generale, al 15.8% nell’ultimo trimestre del 2018, dato che mette in luce un mercato del lavoro che stenta a ripartire. Nella nostra regione, la provincia con il più alto indice di disoccupazione è Foggia con il 22%, mentre con il 13% la provincia di Bari segna la statistica più bassa. L’Istat rileva in Puglia, dunque, un rialzo della disoccupazione di 2.7 punti percentuali in termini congiunturali. Inoltre, sebbene ci sia una flessione dell’1.6% rispetto allo stesso periodo dello scoro anno, è ancora considerevole la differenza rispetto al periodo italiano ante crisi: +4.7%, quando il tasso di disoccupazione generale in Puglia si attestava all’11.1%.
In valori assoluti, la dinamica delle persone in cerca attivamente di occupazione nella nostra regione è di 226mila unità, con 39mila disoccupati in più in termini congiunturali. Allarmante, inoltre, è la differenza rispetto al 2008: ben 67mila disoccupati in più in cerca attivamente di lavoro.
Inoltre, resta la piaga sociale della disoccupazione dei giovani, che continua a viaggiare su numeri impressionanti: il 43.6% degli under 35 è senza lavoro in Puglia. In altri termini, circa quattro giovani su dieci sono disoccupati. Altro fenomeno critico è quello dei così detti Neet. Sono 303mila i cittadini appartenenti alla fascia 15-34 anni del territorio regionale che non studiano, non lavorano e non hanno intrapreso alcun percorso formativo.
“Purtroppo, malgrado sia trascorso circa un decennio dal suo inizio, la crisi economica continua a caratterizzare il nostro Paese e, in particolare, la Puglia – commenta Franco Busto, segretario generale della Uil Puglia – e mentre gli altri Paesi europei hanno invertito prontamente la tendenza (6.5% è la media del tasso di disoccupazione Ue), l’Italia e ancor più il Mezzogiorno tuttora annaspano, come suffragato anche dagli ultimi indici macroeconomici. A fronte di una crisi straordinaria, è necessaria una risposta straordinaria da parte delle istituzioni a tutti i livelli. Proclami a parte, focale è lo snodo sui servizi per il lavoro. L’incontro tra domanda e offerta di lavoro si deve coniugare con una occupazione di qualità e, pertanto, sana e stabile. In un contesto simile, accanto ai problemi di congiuntura economica, il nostro Paese necessita di immediate soluzioni strutturali e di funzionamento del mercato del lavoro. Si pensi allo sblocco dei cantieri, rimasto ancora sulla carta e nei propositi governativi, ai percorsi formativi funzionali alle esigenze delle aziende, alla corretta alternanza scuola-lavoro, ai veri strumenti di orientamento al lavoro, alle rete delle politiche attive del lavoro. Come Uil non siamo affatto contrari a misure di assistenza mirate a contrastare la povertà, tuttavia la priorità deve essere quella di creare occupazione e l’occupazione si crea con gli investimenti in infrastrutture, agevolando le assunzioni sia nel privato che nel pubblico, abbattendo il costo del lavoro e togliendo gli assurdi vincoli sul turnover, che stanno portando la pubblica amministrazione, garante del funzionamento del sistema, al totale collasso”.