Sedici su 48 miliardi di investimenti previsti dal piano industriale 2019-2023 del gruppo Fs, 16 sono destinati al Sud per le infrastrutture ma continua a non esserci traccia dell’Alta velocità. L’unica opera che viene citata nel programma presentato ieri a Roma è la Napoli-Bari, i cui cantieri proseguono ma che consentirà ai pugliesi di poter godere di una linea ad Alta capacità, infrastruttura ben diversa dall’Alta velocità.
I 58 miliardi di investimenti messi sul tavolo dovrebbero generare, secondo le stime, ricavi che al 2023 toccheranno quota 16,9 miliardi, anche con il contributo della crescita in Europa, la redditività con l’ebitda a 3,3 miliardi e utili per 800 milioni. Un piano che, mentre punta a migliorare la qualità del servizio a cominciare dalla puntualità, dà il proprio contributo annuo all’aumento del Pil italiano fino allo 0,9%, oltre a creare un indotto per 120 mila posti di lavoro all’anno. Sono sicuramente gli investimenti il piatto forte del business plan che sono dedicati principalmente alle infrastrutture: 42 miliardi di euro, di cui 28 per le opere ferroviarie e 14 per le strade; 12 miliardi di cui l’88% con risorse di gruppo, per nuovi treni e bus, 2 miliardi per le metropolitane, 2 miliardi per servizi di information technology e, in totale, trasversali a tutti i settori, oltre 6 miliardi per tecnologie e digitalizzazione.
Il primo risultato di questa iniezione di investimenti sarà l’accelerazione di 1600 cantieri Rfi e Anas in tutta Italia (1000 delle Ferrovie dello Stato e 600 Anas): tra le opere strategiche citate nel piano ci sono i progetti ferroviari quali Terzo Valico, Brennero, Brescia-Verona-Padova, Napoli-Bari e Palermo-Catania-Messina. Al Sud sono destinati per le infrastrutture 16 miliardi di euro nell’arco di piano. Di questi, il focus sui progetti riguarda l’A2 Autostrada del Mediterraneo, la strada statale Jonica e l’A19 Palermo-Catania.