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Bari, cadono calcinacci al Marconi. La protesta degli studenti: “Basta crolli”

Pubblicato da: redazione | Mar, 7 Maggio 2019 - 08:30

“Basta crolli!” questo è il testo dello striscione affisso fuori l’Istituto Tecnico “Guglielmo Marconi” dove si è verificato l’ennesimo crollo di calcinacci dalla tettoia d’ingresso, con la fortuna che il sabato è giorno festivo per gli studenti.

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“Da anni e anni parliamo di sicurezza scolastica – inizia così la nota del Blocco Studentesco – e della revisione completa degli istituti della città, dopo anche le azioni allo Scacchi, Perotti e Giulio Cesare ci ritroviamo ad essere presenti anche al Marconi. In quest’ultimo istituto, sotto gli occhi di tutti, da anni a questa parte la sicurezza è un optional, ma qualcuno ancora sostiene il contrario, e la scorsa mattina ne abbiamo avuto la conferma. Vista la gravità dell’incidente con il crollo di diversi pezzi di calcinacci dalla tettoia, fortunatamente chiusa il sabato”.

“Con quale incoscienza si dichiara che l’istituto è sicuro, se dopo i controlli “effettuati” la tettoia crolla – continua la nota – fortunatamente non c’erano studenti quel giorno. Ma non solo calcinacci, proprio davanti l’Istituto è presente un enorme albero pericolante, dove studenti e normali passanti inciampano e cadono per via dei mattoni sollevati per colpa delle radici. L’inefficienza delle istituzioni da diversi anni a questa parte ha portato a questo. In un’area metropolitana -conclude nota dei ragazzi del Blocco Studentesco – in cui sono all’ordine del giorno casi di disagi legati alle strutture scolastiche, la Città Metropolitana dovrebbe creare delle commissioni edilizie interne ad ogni istituto formate da studenti, docenti e genitori eletti annualmente, che devono interagire direttamente con la Regione, che si dovrà prendere carico di provvedere alle problematiche di ogni singolo istituto. Non possiamo più permettere che nel 2019 accadano queste cose, daremo battaglia a dirigenza e istituzioni di competenza affinché non si verifichino situazioni simili”.

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