Forti preoccupazioni per i lavoratori del gruppo Mercatone Uno. A raccontarci la vertenza in atto è la segretaria generale della Fisascat Cisl di Bari, Maria Ruta.
Cosa sta succedendo ai dipendenti del Mercatone Uno?
“L’ultimo incontro al Ministero è del 18 aprile scorso durante il quale si è fatta una ricognizione degli impegni assunti da parte delle aziende Cosmo e Shernon che hanno acquisito gli asset societari di Mercatone Uno. Per il lavoratori Shernon sembra “fine pena mai”. Shernon si è costituita a fine 2017 e ha sottoscritto un impegno pari a 55 punti vendita e relativo impegno assuntivo per oltre 2000 dipendenti. Ad oggi, risultano esser aperti solo 47 punti vendita che vedono impiegati poco più di 1800 risorse umane.
Nell’ultimo incontro l’azienda aveva evidenziato una situazione di criticità che le imponeva una ricapitalizzazione di 20 milioni di euro che sarebbe dovuta avvenire il 18 marzo scorso. Detta ricapitalizzazione non si è realizzata, anzi, senza alcun preavviso, siamo stati edotti della istanza di concordato preventivo presentata pochi giorni fa presso il Tribunale di Milano. Durante l’incontro, l’amministratore giudiziale, ha sottolineato il proprio ruolo e ha ben evidenziato che, a fronte dell’istanza ricevuta, il Tribunale ha richiesto alla società un piano industriale preciso che contemperi garanzie per i creditori e impegni certi di risanamento dell’azienda. Allo stato attuale, sembrerebbe che l’azienda abbia una esposizione debitoria pari a oltre 94 milioni di euro e che stia interloquendo con operatori economici in grado di appianare tale situazione. Lì dove ciò non dovesse concretizzarsi, essendo il concordato una procedura concorsuale, l’azienda verrebbe dichiarata fallita. Abbiamo espresso dissenso per la grave situazione determinatasi e per l’evidente stato patologico in cui versano i punti vendita, ormai privi di merce, dichiarandoci insoddisfatti delle dichiarazioni della società”.
Le riposte quindi dell’incontro non sono state soddisfacenti.
“Abbiamo palesato a tutti che i dipendenti hanno ampiamente dimostrato senso di responsabilità, attaccamento al lavoro, dedizione e spirito di sacrificio confidando in un orizzonte prospettico ma al fine di poter riporre ulteriore fiducia, attualmente, vi è l’esigenza di garanzie tangibili. L’azienda si è impegnata, secondo la normativa vivente, a dare continuità occupazionale per almeno 24 mesi ai dipendenti e, stante la situazione, la credibilità della società sembra esser appesa al solo filo della speranza.
Abbiamo chiesto al Mise di verificare e sovrintendere tutte le procedure, tenendo ben presente che, in caso di fallimento, i dipendenti dovranno esser ripresi in carico dall’amministrazione straordinaria. Il 30 maggio si terrà un nuovo incontro.
Per i lavoratori quindi, ad appena 8 mesi dal subentro di Shernon nuova preoccupazione per le proprie sorti occupazionali”.
Quali sono le altre situazioni occupazionali che vi preoccupano?
“La grande distribuzione è complessivamente in crisi. Auchan Modugno è in contratto di solidarietà mentre Auchan Casamassima dopo 7 anni di contratto di solidarietà da settembre dello scorso anno sta applicando un accordo ponte che prevede un taglio orario del 18% per 12 mesi più eventuali altri 6.
Lo scenario della grande distribuzione dimostra una inversione di tendenza: volano in alto le realtà di quartiere ovvero supermercati e format più piccoli degli iper”.