Dove c’era una gelateria, in via Argiro, nel cuore del quartiere murattiano, oggi c’è un distributore automatico h24. I sorrisi e il “buongiorno”, il rapporto di fiducia con il cliente di turno, lo scambio di opinioni sulla scelta del gusto, sono stati sostituiti dal monitor a led e dai numerini da selezionare sulla tastiera digitale. Un caso, come tanti altri, che accerta la tendenza del commercio a Bari e in altre città italiane.
Si espandono a macchia d’olio i locali commerciali adibiti a self service. Ex gelaterie, ex caffetterie e negozi d’abbigliamento che invece ospitano macchinari a temperatura controllata con in vendita bevande, anche alcoliche (inaccessibili ai minori per l’obbligo di esibire la tessera sanitaria), snack e perfino marijuana legale (a basso tenore di Thc). Un business gestito dallo sportello unico per le attività produttive del Comune, attraverso le segnalazioni certificate di inizio attività (Scia).
In attesa di ottenere i dai richiesti all’amministrazione, abbiamo intervistato uno dei principali gestori del settore dei distributori automatici. “La differenza con le attività classiche è l’abbattimento dei costi di gestione, si investe nei distributori e nei tecnici. La gente si è ormai abituata a interagire con le macchinette ad orario continuato ma non si tratta di concorrenza sleale. Chi desidera un caffè di qualità, un prodotto artigianale fa riferimento ad altri negozi. E se si fallisce, basta spostare o vendere i distributori”.