Sarebbe direttamente connesso a un precedente fatto di sangue l’omicidio di Cosimo Damiano Carbone, l’uomo di 63 anni, condannato all’ergastolo, in permesso per motivi di salute, ucciso ieri sera a Trinitapoli in provincia di Barletta-Andria-Trani a colpi d’arma da fuoco mentre era in auto davanti alla sua abitazione.
Sull’agguato indagano i carabinieri del Comando provinciale di Foggia. Dell’inchiesta dovrebbe occuparsi la Direzione distrettuale antimafia di Bari. Il delitto sarebbe la risposta all’omicidio di Pietro De Rosa, 41 anni, pregiudicato, avvenuto sempre a Trinitapoli lo scorso 20 gennaio. In quella occasione venne ferito in modo serio un uomo di 49 anni, Luigi Muriglio, che era con la vittima. Carbone, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Savino Saracino, e per il tentato omicidio di Michele Miccoli, compiuti a Trinitapoli il 30 settembre del 2004, è ritenuto a capo di uno dei clan della cittadina del Tavoliere in lotta con quello dei Miccoli-De Rosa. Una guerra che ha causato diversi fatti di sangue negli ultimi 20 anni. Anche il fratello di Carbone, Antonio, 70 anni, venne ucciso a colpi di fucile nel 2014.