La questione di genere in medicina. Non in corsia, sia chiaro, ma dal lato del paziente. Se persino i sintomi di una patologia possono cambiare tra uomo e donna, se prevenzione, diagnosi e terapie, soprattutto delle malattie cardiologiche, devono tenere conto delle differenze di genere, è evidente come l’impostazione “androcentrica” della medicina debba essere archiviata. Non è certo un caso se sperimentazione farmacologica e ricerca guardano con molta più attenzione al tema.
Così, finalmente, anche in Italia, aumenta l’interesse scientifico intorno a una nuova “dimensione” da inserire in tutte le aree mediche: la “medicina di genere”. Specie in cardiologia. Basti pensare che la prima causa di morte della donna nei Paesi industrializzati è rappresentata dall’infarto del miocardio, seguita dall’ictus. E che lo scompenso cardiaco mostra una prevalenza maggiore nelle donne in età avanzata.
In questo nuovo solco si inserisce il convegno organizzato da A.R.C.A., iniziato oggi a Bari e che proseguirà anche domani 13 aprile a Villa De Grecis dal titolo “Arca oggi e domani: le donne e i giovani”. E sì, perché accanto alle donne, viene dedicata un’attenzione particolare anche ai giovani. E qui la prospettiva si ribalta: si guarda infatti ai medici e alla loro preparazione, non ai pazienti. L’Associazione regionale dei cardiologi ambulatoriali premia al livello nazionale i giovani professionisti più meritevoli con l’obiettivo di stimolare i giovani ricercatori verso il confronto scientifico. Nell’ottica di valorizzare aspetti non comuni si inserisce anche lo sguardo rivolto ai giovani e così sarà presentata la prima edizione del premio Arca Young Puglia, riservato a ricercatori under 40. Il lavoro migliore parteciperà al Convegno nazionale XX Congresso Nazionale A.R.C.A. 2019 nella sessione Young, che si terrà il 4 maggio 2019 a Baveno (VB) presso il Grand Hotel Dino.
Oggi, dopo il saluto del presidente nazionale Arca G. B. Zito, il convegno è stato presentato da Aloisio (presidente Arca Puglia) e da Lillo, responsabile scientifica del convegno, la cui presentazione “Il genere in Cardiologia antico gap, opportunità per il futuro” ha sintetizzato nel titolo l’oggetto dei lavori.
Domani, sabato 13 aprile, a partire dalle 9, si entrerà nel vivo: il focus on sulle nuove frontiere della Medicina di genere alla luce delle recenti modifiche normative introdurrà le tre sessioni in programma: 1) “Dal rischio cv alla cardiopatia ischemica”; 2) “Il rischio tromboembolico nella donna”; 3) “La malattia tromboembolica nella donna”.
“C’è molto da spiegare sulle differenze sia in termini di rischio sia di evoluzione di una malattia tra uomo e donna – spiega la dottoressa Lillo. Studi recenti hanno dimostrato come somministrando uno stesso farmaco, a volte, la sua efficacia cambia in base al genere del paziente. Anche a livello cardiovascolare, infarto e angina hanno spesso sintomi, insorgenze ed evoluzioni molto diverse tra uomo e donna”. Di qui l’importanza della medicina di genere in cardiologia e di progetti che approfondiscano la “nuova” disciplina. “A livello ministeriale i programmi non mancano, ma occorre fare ancora molto sul fronte della sensibilizzazione al livello locale. Nell’ospedale Fallacara di Triggiano, dove lavoro – conclude la dottoressa Lillo – abbiamo avviato un progetto per la medicina di genere. L’obiettivo è proseguire su questa strada”.