Comincia domani, davanti alla Corte di Assise del Tribunale di Trani, il processo per l’incidente ferroviario del 12 luglio del 2016 quando due treni delle Ferrovie Bari-Nord, gestite in concessione dalla società Ferrotramviaria, si scontrarono sul binario unico nelle campagne tra Andria e Corato, provocando la morte di 23 persone. Una cinquantina di passeggeri rimasero feriti.
Lo scorso 19 dicembre il gup del Tribunale di Trani, Angela Schiralli, ha rinviato a giudizio tutti i 18 imputati (17 persone fisiche e la società Ferrotramviaria Spa) coinvolti, a vario titolo, nell’inchiesta. Il processo, fissato inizialmente per il 28 marzo, è slittato alla giornata di domani vista la riorganizzazione degli uffici in corso nel piccolo tribunale pugliese. Tra gli imputati i vertici e i dirigenti della Ferrotramviaria, i capistazione di Andria e Corato e l’unico capotreno sopravvissuto. A determinare lo scontro probabilmente fu un errore umano nel sistema del cosiddetto blocco telefonico, cioè la comunicazione telefonica (tramite fonogramma) tra le due stazioni, ritenuto obsoleto e insicuro dalla Procura di Trani. Ma pesarono anche, secondo l’ipotesi accusatoria, una serie di concause e leggerezze organizzative e la mancata applicazione da parte della società di aggiornati sistemi di sicurezza, in particolare il segnalamento automatico Scmt (Sistema di controllo marcia treno) che consente di sopperire in tempo ad eventuali errori umani o tecnologici.
Il bilancio della tragedia fu aggravato dalla velocità che si raggiungeva in quel tratto e dalla circostanza sfortunata che uno dei due treni al momento dell’impatto era appena uscito da una curva. I due macchinisti si ritrovarono davanti all’improvviso l’altro convoglio e poterono fare ben poco per evitare lo scontro frontale. Ovviamente il raddoppio della linea, atteso da tempo, avrebbe evitato la tragedia. I lavori sono stati aggiudicati a marzo 2017 (la gara era stata avviata pochi mesi prima dell’incidente) e sono cominciati all’inizio dell’anno scorso.
I reati contestati, a vario titolo, agli imputati sono disastro ferroviario, omicidio colposo e lesioni gravi colpose, omissione dolosa di cautele, violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro e falso mentre la società Ferrotramviaria, imputata come persona giuridica, risponde dell’illecito amministrativo dipendente dai reati commessi da vertici e dirigenti. Parti civili nel procedimento, solo nei confronti dei 17 imputati persone fisiche, sono la Regione Puglia, i Comuni di Corato, Andria e Ruvo di Puglia e le associazioni Acu e Anmil, oltre ai parenti delle vittime e ai passeggeri sopravvissuti. Mentre Ferrotramviaria e Ministero dei Trasporti sono stati ammessi come responsabili civili, cioè soggetti tenuti eventualmente a risarcire i danni.
Verranno giudicati nel processo i capistazione di Andria e Corato, Vito Piccarreta e Alessio Porcelli; il capotreno, sopravvissuto alla tragedia, Nicola Lorizzo; il dirigente coordinatore centrale della Ferrotramviaria, Francesco Pistolato; i vertici della società, il conte Enrico Maria Pasquini e la sorella Gloria Pasquini; il direttore generale, Massimo Nitti, e il direttore di esercizio, Michele Ronchi; Giulio Roselli, dirigente divisione infrastruttura di Ferrotramviaria; Vito Mastrodonato, dirigente responsabile della divisione passeggeri; Francesco Michele Schiraldi, capo unità organizzativa tecnica responsabile del coordinamento delle attività delle unità tecniche di divisione e del supporto infrastruttura; Tommaso Zonno, coordinatore responsabile dell’unità tecnica trazione e scorta ferroviaria; Giandonato Cassano, coordinatore di ufficio e responsabile dell’unità tecnica formazione e regolamenti unità sociale; Antonio Galesi, capo unità tecnica e responsabile unità tecnica movimento stazioni; Virginio Di Giambattista, direttore generale della Direzione generale per i sistemi di trasporto e impianti fissi e il trasporto pubblico locale; Alessandro De Paola e Pietro Marturano direttori dell’Ustif di Puglia, Basilicata e Calabria, il primo dal gennaio al giugno 2011 e dal giugno 2013 al dicembre 2014, il secondo dal 19 febbraio 2015.