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Sanità a rischio collasso, i giovani medici al Governo: “Aumentate le borse di specializzazione”

Pubblicato da: redazione | Gio, 28 Marzo 2019 - 16:00
Medici

Diecimila borse di specializzazione da chiedere subito al Governo per assorbire l’imbuto formativo. E dieci punti per mettere in sicurezza il Servizio Sanitario nazionale. Questa la richiesta dei giovani medici inoltrata durante l’incontro a Roma promosso dall’Osservatorio giovani Medici e Odontoiatri della Federazione e aperto alle sigle sindacali e alle associazioni maggiormente rappresentative (ALS, Anaao Giovani, Chisicuradite, Cimo, FederSpecializzandi, Fimmg, Sigm, Smi, Snami).

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“Rinnoviamo l’appello lanciato ieri al Governo: ci dia, già da quest’anno, diecimila borse per specializzare i nostri giovani medici – ha ribadito il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli -. Il Governo deve investire sui giovani medici, sull’incremento delle loro competenze. All’interno della nostra società i professionisti svolgono un ruolo fondamentale, che non può essere sottaciuto né limitato, non solo perché mettono al servizio della collettività le loro conoscenze, ma per la stessa stabilità democratica del sistema”.

Sono più di diecimila i medici intrappolati oggi nel cosiddetto ‘imbuto formativo’, dovuto al gap tra i medici che si laureano e quelli che possono accedere ai posti, del tutto insufficienti, nelle Scuole di specializzazione e al Corso per la Medicina Generale. Tanto che duemila l’anno restano fuori, andando ad aumentare la schiera dei Medici inoccupati. Non ha senso dunque, per la Fnomceo, aumentare i medici laureati – come avverrebbe con l’abolizione del numero programmato alla facoltà o scuola di Medicina – se non si aumenta in maniera congrua il numero delle borse per la formazione post laurea. Così come non sarebbe efficace per la tenuta e la qualità del Servizio Sanitario nazionale, introdurvi medici non completamente formati.

Un coro di ‘no’ si è levato infatti dalla platea dei giovani medici in risposta alle dichiarazioni  rilasciate la mattina stessa al Gr dal Ministro della Salute Giulia Grillo, che ha proposto di inserire, con mansioni magari inferiori, nel mondo del lavoro i tanti medici che rimangono bloccati tra la laurea e la scuola di specializzazione e si è scagliata invece contro gli specialisti ‘a gettone’.

“Anche solo immaginare la possibilità di creare delle figure professionali “di serie b”, con un nuovo inquadramento e con mansioni “magari inferiori”, è un’ipotesi che va contro la dignità della professione e la tutela della adeguata qualità del SSN per i cittadini – spiega Alessandro Bonsignore, Coordinatore dell’Osservatorio Giovani Professionisti della Fnomceo -. Tutti i colleghi presenti oggi hanno sottolineato la necessità di completare il corso di studi con la laurea e la formazione post laurea, in conformità con quanto avviene negli altri paesi europei. È questo è possibile solo con un numero adeguato di borse”.

“Le prestazioni fornite “a gettone”, invece, secondo l’Osservatorio sono caratterizzate da un’attività di tipo non continuativo, non congrua per una prestazione sanitaria, ma comunque caratterizzata da una adeguata attività professionale” continua Bonsignore.

Ma ecco i dieci punti proposti all’unanimità dai giovani medici:

1) mantenere il numero programmato per l’accesso ai Corsi di laurea

2) aumentare le borse per la formazione specialistica e specifica in Medicina Generale

3) recuperare le borse perse per abbandono dei corsi di specializzazione

4) potenziare il ruolo degli Osservatori regionali e nazionale per il controllo di qualità della Formazione specialistica

5) vigilare affinché le Regioni provvedano a un reale calcolo dei fabbisogni per territorio e per specialità

6) implementare la formazione su salute globale, cooperazione, universalismo, equità al fine di adeguare le competenze del medico alla nuova società

7) riflettere sulle ricadute del regionalismo differenziato e dell’integrazione pubblico- privato

8) igliorare la qualità della formazione e renderla omogenea;arricchirla con esperienze nell’ambito di una rete formativa ampia e non limitata alla sede di formazione; istituire il curriculum formativo nazionale

9) no a sanatorie per l’ingresso nel mondo del lavoro di medici non completamente formati; sì a una revisione dei contratti per aumentare l’attrattivita del pubblico rispetto al privato

10) ampliare la rappresentatività dei giovani professionisti a livello istituzionale.

 

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