«Ieri è stato il mio primo giorno di lavoro alla tenenza di San Giuliano Milanese, è stato un inizio pazzesco». Sorride mentre pronuncia questa frase Donato Zigrino, uno dei carabinieri che ieri sono intervenuti per bloccare Ousseynou Sy, il 46enne che ha sequestrato 51 bambini e ha dato fuoco all’autobus nel tentativo di «vendicare le morti nel Mediterraneo».
È incredulo mentre racconta i minuti di adrenalina che hanno segnato il suo primo giorno di servizio effettivo nella nuova squadra. «Per anni ho lavorato alla stazione Porta Romana, ho seguito da vicino il boschetto dell’eroina di Rogoredo – spiega all’Ansa nel cortile della caserma di San Donato Milanese – ieri ho lavorato con colleghi che non sanno ancora come mi chiamo ma l’intesa è stata totale, l’interesse di tutti era salvare i bambini. Quando l’autobus si è fermato, dopo aver speronato un’auto civile e una pattuglia di colleghi, ho rotto un finestrino col manganello per fare uscire i passeggeri. Ricordo benissimo una ragazzina con la maglietta rosa così spaventata che non riusciva a muoversi, ho dovuto prenderla in braccio e portarla via».
Dopo ore di adrenalina è finalmente tornato a casa e anche il suo racconto si fa più rilassato. «Appena rientrato mi sono seduto sul divano e ho parlato con mia moglie e mia figlia, ho telefonato alla mia famiglia in Puglia per rassicurare tutti. Poi una lunga doccia. Mia moglie ha detto che sono un eroe ma ho fatto solo il mio dovere. A casa faccio l’eroe, per strada sono un carabiniere».