Cosa è il certificato oncologico introduttivo e qual è lo stato dell’arte ad oggi. Di questo tema ha parlato nella III Commissione presieduta da Paolo Pellegrino, il direttore generale dell’AReSS Giovanni Gorgoni. Le audizioni sullo stesso tema del direttore generale dell’Inps Maria Sciarrino sono programmate per il prossimo 21 marzo.
“Il tempo è una componente terapeutica importante per i pazienti oncologici – ha detto Gorgoni – nel primo anno si gioca tutto, sopravvivenza, cura e tutte le componenti psicologiche che intervengono in questa patologia che possiamo definire una iattura esistenziale”.
Per alleggerire i tempi di attesa di una ampia tutela sociale per il paziente oncologico la Regione ha immaginato (sulla scorta di altre esperienze regionali) di siglare un protocollo, una convenzione con l’Inps. Si tratterebbe di bypassare passaggi lunghi, con questo accordo si permetterebbe l’attivazione tempestiva della pratica di invalidità presso l’INPS. La richiesta verrebbe eseguita direttamente dallo specialista oncologo al momento della diagnosi, con l’allegato certifica oncologico introduttivo. I medici potrebbero utilizzare questo certificato oncologico introduttivo, grazie al quale sarà possibile acquisire fin da subito, durante il ricovero o cura presso le strutture sanitarie, tutti gli elementi necessari alla valutazione medico legale, evitando al malato eventuali ulteriori esami e accertamenti.
La Regione ha inviato all’Inps una bozza di protocollo in tal senso ma “purtroppo – ha spiegato Gorgoni – l’Inps ha risposto che questa iniziativa presenta delle vischiosità”.
Su suggerimento dei consiglieri Nino Marmo, Peppo Turco e Marco Galante la questione potrebbe essere spostata nella Conferenza delle Regioni per un intervento di respiro nazionale. Intanto Gorgoni ha ricordato l’esistenza di un numero verde e di Centri di orientamento oncologico (Coro) per gestire i pazienti oncologici. Alcune delle novità che rientrano nella Rete oncologica pugliese (Rop) nata, lo ricordiamo, per eliminare i dislivelli e per dare una sanità omogenea su tutto il territorio regionale.
Ai cittadini che si ammalano in Puglia di tumore ogni anno, circa 20mila, la rete serve per avere una risposta assistenziale completa, una presa in carico a 360 gradi, con lo scopo anche di ridurre la mobilità passiva extra-regionale, con tutto ciò che essa implica in termini di disagio proprio per i pazienti.
Entro due mesi partirà una campagna di sensibilizzazione: il numero verde potranno utilizzarlo tutti coloro che hanno il sospetto o la preoccupazione di una malattia oncologica. Dal numero verde poi ci sarà il trasferimento del paziente e la sua presa in carico presso i Centri di orientamento oncologico, distribuiti in tutta la regione.
Al Centro di orientamento oncologico (Coro) di riferimento spetterà il compito di informare e accogliere ogni nuovo paziente con una diagnosi o un sospetto di diagnosi di malattia neoplastica e accompagnarlo in tutto il suo percorso di cura, gestendo le problematiche cliniche e amministrative, garantendo e verificando la presa in carico da parte della rete anche sul piano sociale, in costante dialogo con il medico di famiglia e con un team multidisciplinare.