Niente più proroghe, nonostante le richieste arrivate fino all’ultimo di un nuovo decreto. Dal 10 marzo, i genitori che non hanno presentato alle scuole la certificazione originale sulle vaccinazioni dei figli vanno incontro alle sanzioni previste dalla legge Lorenzin, che arrivano fino all’esclusione da scuola per i nidi e quelle dell’infanzia. Nel frattempo è allo studio un nuovo provvedimento, che prevederebbe il cosiddetto obbligo flessibile.
L’associazione Nazionale Presidi (Anp) è molto chiara in proposito: “Lunedì prossimo, per chi non si presenterà a scuola con il certificato richiesto, applicheremo semplicemente la legge”. Questo significa che “negli asili, i bambini sprovvisti di certificato non potranno entrare. Nelle altre scuole, invece, in questi casi è prevista solo una sanzione pecuniaria, e gli alunni potranno entrare lo stesso”. Secondo l’associazione dei presidi il problema “è soprattutto nella scuola primaria, dove i non vaccinati potrebbero restare a contatto con gli immunodepressi, i quali non sono tutelati da questo tipo di previsione normativa”.
Nel frattempo, in una scuola di Torino sono tornati manifesti No Vax: annunciano un corteo per il 23 marzo «in difesa della libertà di cura e dell’inviolabilità del corpo». La legge, varata nel 2017, prevede che negli asili nido e nelle scuole materne i bambini non in regola con i 10 vaccini obbligatori indicati dal provvedimento non possano entrare in classe, mentre per le elementari e le medie si va incontro ad una sanzione fino a 500 euro. Una proroga come quella richiesta dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini, sarebbe la seconda, dopo quella di un anno accordata dalla maggioranza nel 2018. Secondo gli esperti di sanità pubblica, il provvedimento è riuscito nell’intento di alzare le coperture. Addirittura, secondo una stima della Società Italiana di Igiene (Siti), almeno per alcuni vaccini si sarebbe superata l’immunità di gregge, ossia la protezione indiretta che si ha quando la vaccinazione di una parte significativa di una popolazione tutela anche agli individui che non hanno sviluppato direttamente l’immunità.
In attesa dei dati ufficiali del Ministero della Salute, da alcune regioni vengono indicazioni confortanti. Le più virtuose sono finora Emilia Romagna, Veneto, Lombardia, Puglia e Toscana, dove le coperture per i bambini di 24 mesi hanno superato il 95%; in Veneto la copertura per il morbillo va dal 93,5% al 95,5%. Soprattutto questi ultimi valori «rappresentano un dato rilevante, anche nell’ottica degli obiettivi di copertura dell’Organizzazione Mondiale della Sanità», ha osservato Carlo Signorelli, past president della Società Italiana di Igiene. Questo potrebbe comunque essere l’ultimo anno di applicazione della legge Lorenzin. È infatti in discussione in Parlamento, e potrebbe vedere la luce entro aprile, il provvedimento relativo al cosiddetto ‘obbligo flessibilè, secondo il quale la vaccinazione è obbligatoria solo «in caso di emergenze sanitarie o di compromissione dell’immunità di gruppo».