Chef, quando è nata la sua passione per la cucina?
“La passione per la cucina è nata già dalla giovane età, dopo aver lavorato per due anni all’hotel Excelsior di Venezia per circa due anni, al Grand Hotel di Santa Margherita Ligure, all’Hotel delle Fonti di Fiuggi e qualche esperienza all’estero sono tornato a casa dove all’età di 21 anni ho aperto il primo ristorante. Mi facevo crescere baffi e barba per sembrare più adulto e per rassicurare la clientela dell’esperienza acquisita e rassicurare anche la banca per andare a chiedere un prestito; all’epoca queste cose si riuscivano a fare, adesso non più. Dopo 2 anni ne ho aperto un altro gestendo tutti e due con il ruolo di chef-patron. All’età di 28 anni tenendo sempre i due ristoranti ho aperto una azienda di catering della ristorazione. Attualmente sono amministratore di una scuola di cucina “ la Factory del Gusto” a Molfetta dove si tengono corsi di formazione non solo di cucina ma anche per tutto il settore dell’enogastronomia, in più ho anche un ristorante a Marina di Pisticci in provincia di Matera all’ interno del Porto degli Argonauti”.
Quali sono le caratteristiche della sua cucina?
“Nel mio ristorante offro soprattutto una cucina a base di pesce con materie prime di qualità con una attenta trasformazione dei prodotti per esaltarne le peculiarità, una attenzione ai prodotti di eccellenza offerti dai nostri territori. Le mie ricette sono molto legate alla tradizione con tecniche di trasformazione innovative. Credo che noi cuochi abbiamo il dovere di preservare le nostre tradizioni, la nostra cultura, i nostri territori, noi siamo ambasciatori di tradizioni e di cultura, perché la cucina è cultura, la cucina è passione, amore, la cucina è comunicazione, anche attraverso di essa i popoli parlano, la cucina è anche promozione e la cucina pugliese forse lo è ancora di più”.
A proposito di promozione, secondo lei il marchio della cucina pugliese è abbastanza “conosciuto” all’estero o si potrebbe fare di più?
“La cucina pugliese è molto richiesta nel mondo e può essere misurata anche dalle molteplici richieste da ogni parte del mondo di cuochi italiani ma soprattutto pugliesi. La cucina pugliese può essere sicuramente un marchio D.O.C. nel mondo e noi cuochi siamo sicuramente ambasciatori di questo marchio, ambasciatori di un territorio, di un popolo, di una cultura. Per far conoscere al mondo la cucina Pugliese tanto è stato fatto fino ad oggi ma mai è abbastanza. Molto ancora si potrebbe fare se le istituzioni, le aziende e associazioni cuochi della Puglia, riconosciute coma la nostra, si mettessero insieme per fare sistema e promuovere il “Made in Apulia Cooking” sono certo che un intero territorio ne gioverebbe: il food può essere sicuramente un settore economico trainante di una intera terra ricca di prodotti agroalimentari di eccellenza”.