“Se paghi 7 giorni di attesa. Se si accede tramite la prestazione pubblica, i tempi per una mammografia urgente diventano 42. E questo è solo un caso. Quando chiediamo di rivedere il sistema dell’accesso alle prestazioni sanitarie attraverso la libera professione, è perché queste incongruenze non sono più sostenibili per una regione che vede il 27% della popolazione a rischio povertà e che tra tempi di attesa assurdi e non potendosi permettere di pagare, piuttosto rinuncia a curarsi. In tal senso vorremmo capire dalla Regione quali problemi sussistono con il piano di rientro, perché se c’è un fronte da aprire contro il governo, il sindacato è pronto a fare la sua parte. Senza i 57 milioni di euro del piano, i problemi per la sanità regionale potrebbero solo peggiorare”.
È quanto denuncia il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, che si dice preoccupato “perché dovesse avanzare il processo di autonomia differenziata, il divario tra Sud e Nord del Paese aumenterebbero, spingendo sempre più pugliesi a spostarsi in altre regioni per vedersi soddisfatto un diritto costituzionale qual è quello alla salute. Una mobilità che ha poi ricadute sui costi della sanità regionale, si innesterebbe un meccanismo perverso di sottrazione di risorse alla Puglia, che già oggi per criteri discutibili riceve molto meno di regioni a noi demograficamente equiparabili”.
Rivedere le prestazioni intra moenia ed extra moenia è una delle richieste contenute nella piattaforma che vede in Puglia Cgil Cisl Uil – con le categorie dei pensionati e del pubblico impiego – impegnati da due in una difficile vertenza sanità. “Potremmo fare una lunga casistica di differenze anche enormi nei tempi di attesa per le prestazioni specialistiche – aggiunge Gesmundo -. Per una visita urologica 5 giorni di attesa a pagamento, con ticket i tempi si allungano a un mese. Per lacolonscopia 63 giorni se si accede tramite prestazione pubblica che diventano 10 con la libera professione. Per una risonanza alla colonna vertebrale 49 giorni contro 8, per una visita ortopedica 28 contro 6. Per un holter 33 giorni contro 3. Per una risonanza alla prostata 39 giorni contro 5. Per una visita chirurgica vascolare 42 giorni contro 8. Per un esame gastroscopico 41 giorni contro 5. E parliamo sempre di esami urgenti che per legge dovrebbero essere garantiti entro i 3 giorni”.
“Secondo alcuni studi – conclude il segretario generale della Cgil Puglia – al 14 per cento dei pugliesi non è concesso l’accesso alle cure perché troppo costose o per i tempi di attesa deve preoccupare chi regge il governo della sanità regionale. Per questo motivo da due anni abbiamo ci mobilitiamo e ci confrontiamo ai tavoli della Regione, per dare risposte sempre migliori in termini di qualità e quantità delle prestazioni sanitarie. E questa dell’attività libero professionale è uno dei nodi da affrontare: l’idea che solo pagando il servizio pubblico dà risposte veloci al cittadino è la negazione stessa del sistema pubblico, quando il diritto alla salute deve essere universale e senza differenze”.