“In trent’anni a Bari non mi era mai successa una cosa del genere”. Così ha esordito il suo racconto la 47enne della Costa d’avorio, Edith, aggredita nel sottovia Duca degli Abruzzi, da un branco di sei donne e due uomini, contattata dal sindaco Antonio Decaro.
“Vattene al tuo Paese” le hanno urlato mentre le davano pugni e calci. Quale Paese? – commenta Decaro – Edith vive e lavora qui da 30 anni, i suoi figli sono nati qui, frequentano scuola e università qui. Edith contribuisce alla crescita della nostra società, probabilmente molto più di quella gente che per sentirsi “italiana” ha bisogno di picchiare qualcuno col colore della pelle diverso dal suo. Be’, questi per me non sono i baresi. I baresi sono quelli che “sim’ tutt’ cmbagn’”, quelli che se hai bisogno di una mano si precipitano, chiunque tu sia. Ogni giorno sembra crescere un clima di odio che non ci appartiene. Possiamo avere idee diverse, religioni diverse, possiamo votare per un partito o per un altro. Ma non facciamoci togliere l’umanità, non facciamoci togliere il nostro senso di comunità. Il nostro essere baresi, per davvero”.
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha chiesto alla Asl accertamenti in merito alla denuncia sempre di Edith su presunte dichiarazioni discriminatorie ricevute da una delle soccorritrici del 118.
“Nessuna forma di razzismo può essere tollerata in qualunque contesto della vita civile del nostro Paese – commenta Emiliano – ho detto ad Edith che non deve avere paura di nulla perché la comunità pugliese le è vicino ed è unita contro ogni tipo di violenza e discriminazione”.