Nel 2018 la Corte dei Conti della Puglia si è occupata prevalentemente di indebite percezioni di contributi pubblici (il 27% del totale dei procedimenti) e di illeciti commessi dalle società cui i Comuni affidano la riscossione dei tributi locali. Sono i due aspetti evidenziati nella relazione del presidente della Sezione Giurisdizionale Francesco Paolo Romanelli.
In totale le sentenze di condanna sono state 93 per un danno complessivo di 33,2 milioni di euro. «Questo deleterio fenomeno di illecito utilizzo, e dunque di sperpero, delle risorse pubbliche destinate dal legislatore nazionale e dagli organismi comunitari ad investimenti produttivi per favorire la crescita economica (per lo sviluppo delle aree disagiate del Mezzogiorno, Pon e Por, fondi per l’agricoltura, Fondi strutturali europei per l’imprenditoria giovanile, ndr), ha assunto in questa regione carattere di preoccupante generalità» si legge nella relazione.
«Il danno accertato l’anno scorso dalla sezione giurisdizionale Puglia è pari al 25% di quello nazionale – ha spiegato a margine Romanelli – noi in questi casi riusciamo a recuperare qualcosa perché agiamo anche nei confronti delle persone fisiche che si sono avvalse dello schermo societario per poi appropriarsi dei soldi pubblici». «La falla – ha aggiunto il presidente – è nei controlli amministrativi che dovrebbero essere effettuati durante la gestione delle opere finanziate da parte delle amministrazioni che elargiscono le somme e noi qualche volta citiamo a titolo di colpa anche coloro che non hanno controllato». Nella relazione il presidente Romanelli ha inoltre sottolineato come anche la magistratura contabile soffra di una «grave carenza di organico», con 5 magistrati rispetto ai 9 previsti.
«Il Parlamento recentemente ha autorizzato la copertura di tutti i posti che erano vacanti, – ha detto – noi siamo arrivati ad una scopertura di organico come Corte dei Conti pari a circa il 35%, auspichiamo che nel giro di questi due anni vengano coperti e che venga qualcuno anche a Bari».