“L’azienda Bosch paga a caro prezzo le scelte incomprensibili del Governo nazionale che stanno penalizzando fortemente la vendita dei motori diesel, orientando il mercato verso i motori benzina ed elettrici non ancora del tutto performanti mettendo di conseguenza in seria crisi un settore trainante dell’economia industriale nazionale”. La denuncia è di Riccardo Falcetta, segretario generale della Uilm Bari che affronta la problematica legata ai lavoratori Bosch.
Che rischi ci sono per i lavoratori?
“I rischi ci sono e sono concreti. Se il Governo non dovesse, come tutti ci auguriamo, tornare sui suoi passi e mettere in campo misure e investimenti seri mirati al rilancio del mercato del diesel, peraltro il sistema meno inquinante attualmente in circolazione, potremmo accusare evidenti ripercussioni occupazionali: da un ulteriore ricorso agli ammortizzatori sociali fino ad altri esuberi sul personale”.
Come si può uscire quindi da questa situazione di pre – crisi che sta coinvolgendo circa 2mila lavoratori?
“I lavoratori hanno fatto fin troppi sacrifici, non possono essere sempre e solo loro a pagare lo scotto della crisi. Ricordiamo ad esempio che attualmente la cassa integrazione è stata attivata per il 50 per cento dei dipendenti. Nel 2018 sono stati utilizzati circa 6/7 giorni al mese tra cassa integrazione e ferie collettive. Per il 2019 si prospetta un ulteriore aumento. Serve un piano di rilancio industriale, in particolare nel sito di Bari, che è altamente strategico nell’economia aziendale nazionale, che punti alla riconversione dei processi produttivi e alla formazione del personale dipendente. Tuttavia, bisogna fare in fretta, il Governo deve fare in fretta: la diversificazione del prodotto comporta tempi lunghi e il futuro dei lavoratori va tutelato subito, con ogni mezzo”.