Polizia e carabinieri hanno eseguito un’ordinanza impositiva della misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di Massimo Perdonò, nato a Foggia, esponente di spicco della batteria criminale foggiana Moretti, Pellegrino e Lanza, alleata al clan Romito di Manfredonia.
Nella mattinata di lunedì, all’esito di un’articolata attività coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia, personale della Squadra Mobile di Foggia, del Servizio Centrale Operativo e del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Foggia ha eseguito nei confronti del Perdonò la misura custodiale per i reati di tentato omicidio, detenzione e porto illegale di armi da sparo e rapina, per aver agito con metodo mafioso ed al fine di agevolare la compagine criminale garganica del clan Romito. Perdonò, infatti, è ritenuto gravemente indiziato, in concorso con altri soggetti allo stato non identificati, del tentativo di omicidio commesso ai danni di Giovanni Caterino, esponente del clan Li Bergolis, verificatosi a Manfredonia in data 18.02.2018.
Come noto, Caterino, grazie alle indagini svolte dal R.O.N.I. di Foggia e coordinate sempre dalla DDA di Bari, è attualmente detenuto perché ritenuto coinvolto nel brutale, quadruplice omicidio verificatosi il 09.08.2017 nelle campagne di Apricena che costò la vita a quattro persone: Mario Luciano Romito, capo dell’omonimo clan, suo cognato Matteo De Palma, ed i fratelli Aurelio e Luigi Luciani, del tutto estranei alle logiche mafiose.
Dalle indagini svolte dall’Arma dei Carabinieri di Foggia è emerso che Caterino era già stato individuato come corresponsabile dell’agguato ai danni del Romito ed era successivamente scampato a Manfredonia ad un tentativo di omicidio da parte di tre persone rimaste ignote. Le immagini delle telecamere di videosorveglianza cittadine, acquisite da personale della Polizia di Stato intervenuto sul posto, hanno permesso di chiarire che tre persone a bordo di un’Alfa Romeo Giulietta di colore grigio si aggiravano nei pressi dell’abitazione del Caterino alle ore 07:00 del 18.02.18. Per poi inseguire lo stesso Caterino e armati di pistola e fucile ed indossando parrucche, tentarono di bloccare Caterino speronando la sua auto: Caterino riuscì a fuggire, mentre i tre aggressori rinunciarono all’agguato e scapparono su un’altra auto rubata ad un passante.