Crescono i dubbi e i timori su come dovrà funzionare l’Areu, la nuova agenzia regionale per la gestione delle emergenze. Lo si legge in una nota del sindacato dei medici Fimmg. “Al momento – si legge nel documento – somiglia sempre più ad un contenitore vuoto e rischia di smantellare un sistema dell’emergenza urgenza che al momento funziona e, a detta degli stessi vertici regionali, offre assistenza ai cittadini in modo efficace. Mentre il disegno di legge che istituirà la nuova Agenzia regionale per l’emergenza urgenza, approvato in Commissione Sanità, dovrebbe approdare in Consiglio regionale all’inizio di settimana prossima, non si comprende ancora che destino avrà il personale medico in convenzione del 118 e come dovrebbe passare alle dipendenze”.
Tra i problemi denunciati quello dei concorsi. “Nessun medico del 118, attualmente in convenzione e proveniente dall’area della medicina generale – scrivono ancora i medici – potrà accedervi, dato che per legge per accedere al sistema sanitario come dirigente medico assunto occorre una specializzazione. E qui incontriamo il secondo problema, ovvero il tipo di specializzazione che verrà richiesta ai medici dell’emergenza urgenza. Si è parlato di medici anestesisti, come coloro che dovrebbero per forza di cose rappresentare il personale qualificato della futura nuova Agenzia. Peccato che tra le specializzazioni che permettono la partecipazione ai concorsi pubblici per dirigenti medici nella disciplina di medicina e chirurgia di accettazione e d’urgenza non figuri quella in anestesia. Inoltre, la specializzazione in medicina dell’emergenza, istituita nel 2009, ha visto specializzarsi in Italia nel 2014 solo 50 medici (solo 4 dall’Ateneo di Bari), 95 nel 2015, mentre le borse messe a disposizione per il 2018/2019 sono 256. Quindi, solo nel 2023 in Italia si avranno 256 specialisti in medicina dell’emergenza. Secondo i dati SIMEU – Società italiana di medicina dell’emergenza urgenza – ad oggi servono 1000 specialisti nei pronto soccorso per colmare le piante organiche”.
“Non si capisce – continua la nota – con questi numeri come si possa pensare di coprire gli attuali 525 medici in servizio al 118. Senza contare il fatto che i Pronto Soccorso, in grave carenza di personale, rischiano di drenare risorse umane attingendole dai team medici impiegati sulle ambulanze, con una demedicalizzazione del servizio 118”.
Di fronte a queste incertezze, Fimmg chiede che la nuova legge che andrà in discussione la settimana prossima in Consiglio regionale salvaguardi tutti i medici che lavorano ad oggi nel sistema del 118.