Circa 20 attivisti anti gasdotto hanno indossato tute e maschere blu per un flash mob che si è svolto questa mattina davanti al cantiere di San Basilio nei pressi di Melendugno, in provincia di Lecce.
La protesta riguarda i lavori per la costruzione del microtunnel (o pozzo di spinta) dell’infrastruttura, fermati forse a causa della diffida inviata dal sindaco del Comune di Melendugno, Marco Potì, alla Tap (Trans Adriatic Pipeline), la ditta incaricata di svolgere i lavori, alla Provincia, all’Arpa Puglia, alla Procura della Repubblica di Lecce e ai carabinieri del Noe sulla base dei risultati dei test di cessione effettuati sul materiale cementizio del pozzo di spinta.
“Dalle verifiche svolte da Arpa Puglia su richiesta delle amministrazioni partecipanti al Tavolo tecnico convocato dalla Provincia per l’avvenuto superamento delle soglie di contaminazione delle acque sotterranee, ivi incluse quelle relative al cromo esavalente, sostanza cancerogena pericolosissima per la salute umana – scrive il sindaco – è emerso che il superamento delle soglie di contaminazione nell’area del microtunnel non è dovuto a condizioni sito-specifiche; uno dei campioni prelevati (il 27 settembre scorso ndr) dello stabilizzato di cava presente in cantiere, sottoposto al test di lasciviazione, ha rilasciato cromo VI (esavalente ndr) in concentrazione pari a 22 milligrammi al litro; quanto alle indagini sul pozzo di spinta, l’acqua intrappolata nel suo interno durante le lavorazioni ha registrato cromo VI in concentrazione pari a ben 350 milligrammi al litro e i risultati di lisciviazione sul cemento utilizzato, condotto da Arpa Umbria (su campione prelevato il 4 ottobre scorso ndr) hanno rilevato il rilascio di cromo VI in concentrazione pari a 11,3 milligrammi al litro”.
Pronta la replica di Tap: “Con l’obiettivo primario di rassicurare la popolazione sull’assenza di pericoli per la salute legati alle attività in corso, Tap ribadisce che, come riportato dettagliatamente nella relazione di Arpa Puglia del 29 dicembre 2018, non c’è alcuna contaminazione nelle acque sotterranee e nei terreni in prossimità del cantiere di San Basilio, sia negli strati superficiali che in quelli più profondi, per tutti i parametri analizzati, inclusi quelli individuati nel protocollo operativo: arsenico, manganese, cromo totale, cromo esavalente e nichel”. In relazione alla diffida Tap sottolinea inoltre che, “come comunicato dalla stessa Arpa Puglia, il rilascio di cromo esavalente da un campione di cemento carotato dal manufatto in opera è di 11.3 microgrammi/litro, ovvero mille volte inferiore al valore di 11.3 milligrammi/litro riportato dal Comune. Non esistono in ogni caso, sempre secondo quanto evidenziato dalla stessa Arpa Puglia – continua Tap – parametri con i quali confrontare i risultati di questo test, perché il campione analizzato non proviene da rifiuti, ai quali di norma il test è applicato, ma da materie prime. Tap garantisce che le materie prime da essa utilizzate sono regolarmente certificate e utilizzate soltanto per gli scopi a cui sono destinate. La sicurezza e la salvaguardia dell’ambiente – conclude la società – costituiscono da sempre una priorità assoluta per Tap, che continua ad offrire la massima collaborazione e trasparenza alle autorità e agli Enti interessati nel corso delle indagini e ribadisce la piena fiducia nelle autorità inquirenti”.