“Quello che è accaduto all’istituto di riabilitazione Sant’Agostino non deve più ripetersi. Servono maggiori controlli da parte degli enti preposti e l’utilizzo di telecamere per prevenire episodi così gravi”. Così i consiglieri del M5S Mario Conca e Marco Galante, componenti della Commissione Sanità, in seguito agli arresti delle quattro educatrici dell’istituto per i reiterati maltrattamenti sui ragazzi affetti da autismo.
“Ormai – dichiara Conca – è inderogabile l’utilizzo della tecnologia. Perché dobbiamo posizionare le telecamere solo quando c’è un sospetto e non, invece, renderle obbligatorie nelle strutture pubbliche e private come le scuole dell’infanzia e nel rispetto della normativa? Una misura che andrebbe estesa anche alle scuole dell’obbligo, ai centri per disabili psico-motori, neurodegerativi e nelle residenze per anziani per una doverosa prevenzione, a tutela dei soggetti più deboli, degli stessi lavoratori e della governance. Da anni sostengo che le telecamere andrebbero installate anche nelle sale operatorie a disposizione degli inquirenti per dirimere i tanti casi di malasanità, allargando lo spettro. Centri come il Sant’Agostino svolgono un ruolo fondamentale per le famiglie, che hanno il diritto di controllare come vengono assistiti i loro cari, e non va assolutamente chiuso perché sopperisce quotidianamente alle gravi carenze del pubblico. Sarebbe ingiusto che per alcune mele marce paghino anche quegli operatori, la stragrande maggioranza, che svolgono con passione e dedizione il proprio lavoro”.
“Servono controlli periodici sulle strutture – precisa Galante – per verificare che continuino a possedere i requisiti necessari per l’accreditamento sia per quello che riguarda il personale che le condizioni dei locali. Da tempo chiediamo alla Regione di fornirci il numero e la tipologia delle verifiche fatte finora, ma come spesso accade niente ci è ancora pervenuto. Il mantenimento di determinati requisiti è indispensabile per tenere aperte le strutture e per la sicurezza di pazienti e operatori. È fondamentale in strutture in cui si trattano pazienti con fragilità istituire un organo di Valutazione Interna, che sia composto anche dai parenti degli assistiti, che in questo modo potrebbero relazionarsi quotidianamente con gli operatori sanitari. Auspichiamo che dopo quanto successo la Regione non si limiti solo a parole di circostanza, ma faccia qualcosa di concreto”.