Sabato 12 e domenica 13 gennaio debutta a Bitonto, al teatro comunale Tommaso Traetta, “Non chiamateli Briganti”, una commedia intensa e al tempo stesso brillante scritta ed interpretata dagli attori baresi Paolo De Vita e Mimmo Mancini. Lo spettacolo, diretto da Marcello Cotugno, è prodotto dal Comune di Bitonto con il sostegno del Teatro Pubblico Pugliese e rientra nel cartellone del Teatro Traetta. La produzione esecutiva è invece affidata a “La compagnia del Sole” di Bari.
I nomi e i volti di Paolo De Vita e Mimmo Mancini, si evidenzia in una nota, sono inevitabilmente legati a due grandi successi cinematografici ‘made in Puglià. Mancini, bitontino di 59 anni, da anni ormai residente a Roma, è “Nino Carrarmato” nel celebre “Lacapagira” di Alessandro Piva. De Vita, barese di 61 anni, è invece il “Maresciallo Capobianco” in “Che bella giornata” di Checco Zalone e Gennaro Nunziante.
In “Non chiamateli briganti”, Paolo e Mimmo sono due fratelli pugliesi, Carlo e Cosimo Capitoni: uno contadino, l’altro pastore. La storia si svolge nelle campagne tra la Puglia e la Campania tra il 1859 e il 1863. Poco prima della proclamazione dell’Unità d’Italia, dopo essere stati accusati ingiustamente di un furto di pecore dal mezzano Pasquale Volturno, i fratelli Capitoni sono costretti a darsi alla macchia. Briganti per forza e non per vocazione, si trovano così ad attraversare un repentino e doloroso cambiamento che non segna solo la loro esistenza, ma investe parallelamente l’identità e la storia del nostro paese. In una serie di eventi tragicomici, i due personaggi si trasformeranno da briganti improvvisati a garibaldini inconsapevoli, subiranno un processo per la battaglia del Volturno e verranno condannati alla fucilazione dall’esercito borbonico. Saranno fortunosamente liberati dai garibaldini durante l’assedio di Gaeta per poi perdere le rispettive tracce proprio a seguito di quella battaglia.