L’annuncio di Forza Italia di sostenere alle prossime primarie del centrodestra Pasquale Di Rella ha creato un po’ di malumori. Anche sotto il nostro articolo pubblicato come al solito sulle piattaforme social numerosi sono stati i commenti da parte dei “delusi”, di chi vede in questo sostegno un passaggio di Di Rella in Forza Italia. Abbiamo quindi voluto ascoltare il candidato alle primarie, che si terranno il 17 febbraio: al momento in lista ci sono Fabio Romito per la Lega, Filippo Melchiorre per Fratelli di Italia e Davide Bellomo per Direzione Italia, oltre ovviamente allo stesso Di Rella.
Pasquale Di Rella, cosa risponde a chi non la vede più espressione di liste senza partito?
“Va precisato che io resto il candidato di tre liste civiche che mi hanno supportato nel percorso di candidatura in questi ultimi mesi. Si tratta di liste che sono costituite per il 95 per cento da rappresentanti della società civile. Abbiamo poi registrato, negli ultimi giorni, la disponibilità a sostenerci da parte delle liste di Giuseppe Carrieri, Gino Cipriani e di Forza Italia. Per me è un buon risultato”.
In che senso?
“Il mio obiettivo è creare un fronte ampio perché la legge elettorale comunale privilegia le coalizione e noi dobbiamo essere tanti e proporre un programma alternativo a Decaro che sia numericamente supportato da liste in grado di vincere le elezioni”.
C’è chi la indica ormai tra i “trasformisti” della politica, considerando il suo passaggio da sinistra a destra.
“Quando ho deciso di candidarmi e di scrivere un contratto per Bari ho lanciato un appello a tutte le forze politiche. Poi Fdi, Lega e Dit mi hanno invitato alle primarie ed io ho accettato. Io ho aperto a tutti quanti, mi ha risposto solo il centrodestra”.
Dal suo trascorso politico degli ultimi anni pochi avrebbero immaginato un passaggio da sinistra a destra.
“Io ho iniziato nel 1985 con la Democrazia cristiana, poi sono entrato nella prima lista civica regionale ispirata da Raffaele Fitto. La mia formazione è sempre stata centrista. Con Emiliano c’è stato il primo passaggio centrista con l’Udeur e poi l’approdo nel Pd. Ma nell’ultimo anno e mezzo ho abbandonato il mio incarico da presidente del Consiglio comunale, rinunciando alla mia indennità proprio perché non mi riconoscevo più nella politica di Decaro. Sono diventato forse l’oppositore più efficace. Non mi sono iscritto a Forza Italia, abbiamo solo avviato un processo in comune nel quale loro mi sostengono. Il tutto verso un unico scopo: cacciare questa amministrazione che non è in grado di governare Bari”.