Agenti della Polizia Municipale di Bari hanno dato esecuzione all’ordinanza di arresto, emessa il 17 dicembre 2018 dal gip del Tribunale, su richiesta della Procura, nei confronti di tredici persone per i reati di locazione di immobili a scopo di esercizio di casa di prostituzione, tolleranza abituale e sfruttamento della prostituzione.
Le misure sono state eseguite per i reati di locazione di casa di prostituzione e sfruttamento del meretricio nei confronti dei proprietari, con custodia in carcere, per Maria Coralli e il marito Giuseppe Caffaro, arresti domiciliari per Maria Abbrescia, obbligo di dimora per Giulia Lorusso, Angela Borgia e Anna Lorusso. E ancora nei confronti dei gestori di fatto degli immobili, finiti ai domiciliari, tra cui Nunzia Settembrini, Nicola Carrassi Nicola, Maria Casamassima e il compagno Antonio Perchinella). Tra i fermati anche Mouhamadou Samb, cittadinino senegalese, Francesco De Carolis, che a titolo oneroso garantivano protezione e assistenza alle donne che negli immobili esercitavano la prostituzione (sottoposti rispettivamente alle misure degli arresti domiciliari e dell’obbligo di dimora). Il provvedimento non ha avuto esecuzione, allo stato, nei confronti di una cittadina brasiliana sottoposta agli arresti domiciliari.
Contestualmente è stato eseguito il sequestro preventivo di undici immobili sul lungomare Di Cagno Abbrescia e via Alfredo Giovine, nei pressi degli stabilimenti balneari “Pane e Pomodoro”, “Torre Quetta”, “Il Trullo”, inseriti in un vero e proprio “quartiere a luci rosse”, locati a donne extracomunitarie (soprattutto sudamericane) e di nazionalità rumena che per esercitare il meretricio, a fronte di canoni fittizi indicati nei contratti, corrispondevano ai proprietari/detentori somme giornaliere ammontanti tra 100 e 150 euro (fatta eccezione per l’unità immobiliare di Cosimo Fallacara, concessa a titolo gratuito ad una donna italiana, per favorirne la prostituzione).
Le perquisizioni hanno consentito di sottoporre a sequestro somme di denaro in contante e libretti di deposito con ingenti importi, nella disponibilità dei proprietari e gestori. L’indagine si è avvalsa di intercettazioni telefoniche, ripetuti servizi dinamici e assunzione di informazioni dai clienti e dalle persone offese. Sono stati anche acquisiti un video e un file audio che documentano le illecite pretese subite da alcune vittime e assunte alcune testimonianze nelle forme dell’ incidente probatorio.