A Bari il 26/27 gennaio 2019 è in programma l’arrivo di un ospite d’eccezione, ossia Ivan Schmidt, istruttore cinofilo di fama internazionale, specializzato nella rieducazione comportamentale di cani aggressivi, nonché istruttore di K9 Mantrailing.
Ivan Schmidt (Svizzera/Italia) è considerato uno dei massimi esperti nel panorama della Cinofilia biologica Forense (Mantrailing) nonché nella rieducazione comportamentale di cani aggressivi; in prima linea in alcuni tra i più importanti casi di ricerca persona (ad esempio le gemelline Alessia e Livia Shepp in Svizzera, Yara Gambirasio, per citarne solo alcuni, con diverse presenze a Quarto Grado). Alle sue spalle vi sono oltre cinquanta interventi in qualità di Consulente Tecnico, Ausiliario di PG ed Membro di Unità Cinofile sia Nazionali che Internazionali. Dal 2013, ha lasciato tutte le cariche operative per dedicarsi completamente alla Rieducazione Comportamentale di cani aggressivi e fobici dove in anni di studi ha elaborato dei Protocolli di Mantrailing quale supporto alla rieducazione comportamentale, nonché presentato in Università ad Udine la biologia forense applicata ai cani da Mantrailing. Oggi gira l’Europa, insieme all’ istruttrice cinofila e di Mantrailing, Virginia Ancona, genovese con origini pugliesi (presente anche lei all’evento) per portare questa disciplina alla portata di ogni proprietario, sfatando il grande mito che i cani molecolari siano unicamente i “Bloodhound” e offrendo una fantastica attività ludico/sportiva che permette di rafforzare il rapporto uomo/cane.
Il Mantrailing è una parola inglese che letteralmente significa Uomo (Man) e percorso, traccia (Trail) ed è una disciplina cinofila applicabile sia al settore della protezione civile (ricerca persone scomparse) che a quello delle indagini forensi (per esempio ricostruzione scene del crimine, stupri, rapine, furti con scasso,danneggiamenti) oppure crimini ambientali. Il Mantrailing non è una nuova disciplina cinofila: è utilizzata da decenni negli Stati Uniti dove la polizia utilizza i Mantrailer per la ricerca di evasi. Il mantrailer più famoso è il Bloodhound o Cane di Sant’Uberto apprezzato per via del suo straordinario olfatto, ma tutte le razze possono svolgere questa attività. I cani da mantrailing non seguono né la traccia di calpestamento né il cono d’odore di una persona viva ma inerme: essi vengono appositamente formati per individuare e seguire la traccia lasciata dal decadimentocellulare della persona da ricercare. Traccia che ci rende unici come un’impronta digitale. La maggior parte del lavoro del Mantrailer inizia con la presentazione di un input olfattivo (ossia di un oggetto, un indumento) contenente l’odore target da ricercare, ma vi sono anche casi (soprattutto in caso di indagini forensi) in cui il cane parte da un’area specifica detta “generica” senza l’utilizzo di un input olfattivo (per esempio quando la direzione di fuga è conosciuta) o utilizzando un luogo preciso come input (un davanzale di un istituto di cura per anziani ad esempio).