La maggior parte delle cooperative vitivinicole si trova in Emilia Romagna, Trentino-Alto Adige e Veneto. Più del 35% della produzione vitivinicola nazionale è destinata alla produzione di vini a marchio di qualità (Doc/Docg). Le regioni in cui si concentra maggiormente la produzione a marchio d’origine sono Piemonte, Trentino-Alto Adige, Toscana, Veneto e Friuli-Venezia Giulia, mentre in Puglia ed Emilia-Romagna maggiore è il peso dei vini da tavola.
Nel dettaglio, guardando al commercio con l’estero, l’Italia rappresenta un esportatore netto di vino – nonché il secondo paese esportatore a livello mondiale per valore e per volumi – con un export che nel 2017 è stato pari a ben 5,9 miliardi di euro. Nell’ultimo decennio, le esportazioni dell’Italia sono aumentate del 68,5% per valore e del 13,4% per volume grazie al contestuale riposizionamento di prezzo dei prodotti commercializzati all’estero. Anche nei primi sei mesi del 2018 l’export vitivinicolo italiano prosegue la propria crescita, registrando una progressione delle vendite oltre confine nella misura del 4,1% a valore rispetto allo stesso periodo del 2017.
Per quanto riguarda l’import, invece, l’Italia conferma un trend di sostanziale stabilità con soli 312 milioni di euro di importazioni. Dall’analisi della domanda interna, anche se l’Italia sta attualmente attraversando una fase di assestamento, i consumi di vino nel nostro Paese sono costantemente calati a partire dagli anni ’70, con un consumo pro-capite oggi di poco inferiore ai 40 litri per persona. Si tratta di un calo legato sia ai cambiamenti socio-demografici del nostro Paese sia al diverso ruolo assunto dal vino nelle abitudini degli italiani, i quali hanno abbandonato il consumo quotidiano di tale prodotto spostando le proprie attenzioni verso modelli di consumo differenti e più occasionali.