Bufera per le dichiarazioni del sindaco Antonio Decaro che ha “suggerito” ai dipendenti in protesta per paura di perdere tutti i contributi versati sulla Cassa Prestanza di presentare ricorso e il “Comune metterà un avvocato esterno scemo”. Furiosi i legali baresi per quella che hanno definito una vera e propria offesa da parte del primo cittadino, persino costituendosi “provocatoriamente” in comitato di avvocati “scemi”.
L’opposizione in Consiglio oggi ha organizzato una conferenza stampa, accusando il primo cittadino. “Quello che dice Decaro nell’audio che sta circolando in queste ore è grave per due motivi: o il sindaco è in malafede e pensa realmente che i dipendenti iscritti a Cassa Prestanza per disperazione gli credano, oppure intende amministrare con atti illeciti”, dice la consigliera Irma Melini. Aggiunge Michele Caradonna: “Una provocazione quella di Decaro? no, una chiara semplificazione di come si amministra per Decaro la cosa pubblica. Dove non si vogliono risolvere i problemi, identificare i responsabili e l’unico obiettivo è nascondere i fallimenti si ricorre a “strategie” che accontentano qualcuno ma che per i cittadini hanno un caro prezzo, quello dei debiti fuori bilancio, appunto per lo più derivanti da sentenza sfavorevole al Comune per i quali vengono conteggiati oltre al debito anche onorari degli avvocati (anche per quelli che Decaro definisce “scemi”) e interessi”.
La replica del sindaco
“Non ho detto che gli avvocati sono scemi – ha detto Decaro – Ho detto di fare ricorso, noi non abbiamo interesse a ledere i diritti dei dipendenti che oggi con la Cassa prestanza in quelle condizioni, si sta svuotando. L’ho detto in modo colorito probabilmente ma è una cosa che ho detto pubblicamente. Opposizione non ha altri argomenti. C’è una indagine della procura, ci sono i carabinieri che hanno chiesto le carte. A me non possono chiedere nulla:noi abbiamo sospeso le attività della cassa , dobbiamo capire quando la cassa prestanza terminerà i soldi. Non credo che il cda si assumerà la responsabilità di togliere soldi ai dipendenti per pagare chi è andato in pensione. Soldi che non vedranno mai più”.
In foto una delle proteste dei dipendenti per la Cassa Prestanza