A raccontare la sua storia è il sociologo Leonardo Palmisano che ha aperto un vero e proprio dibattito – social sulle liste di attesa infinite in Puglia. Leonardo ha una mamma che si è operata di tumore al seno. “In un primo momento non si pensava fosse maligno – racconta Palmisano – solo dopo l’operazione e con la biopsia si è scoperto. Abbiamo quindi effettuato subito la prenotazione per cominciare la radioterapia”. Da allora sono passati quattro mesi: la madre di Leonardo è stata chiamata solo pochi giorni fa per iniziare il percorso.
La storia di Leonardo è seguita da decine di commenti, di casi di liste di attesa infinite. Come quello raccontato da un altro cittadino. “Il 118 porta un paziente al San Paolo – racconta – dopo copiosa ematemesi. Lo ricoverano e lo operano per sospetto adenocarcinoma. Gli portano via un po’ di roba e dopo tre o quattro giorni dall’intervento, lo dimettono, pur sapendo che il carcinoma c’è. Quando dopo quasi due mesi arriva l’esito dell’esame istologico, confermano la diagnosi e dicono di darsi da fare. Bisogna fare TAC, ECG, Elettrocuore eccetera. Il soggetto affetto non ha un soldo. Non può pagarsi gli esami che servono. Così la TAC possono fargliela a fine febbraio in regime di convenzione (nel frattempo il cancro può continuare tranquillamente a mangiarsi un padre di famiglia) mentre le altre analisi, compatibilmente con Natale e Capodanno, si possono fare appena possibile”.
Ed ancora: “Nel 2002 mia madre era seconda in lista – si legge in un altro commento – stiamo aspettando ancora la chiamata, non si capisce perché bisogna aspettare tutto sto tempo”.
“La sanità in Puglia è affetta da numerosi problemi, dalle liste di attesa infinite e mal organizzate alla difficoltà tangibile dei pazienti di orientarsi alla ricerca di “eccellenze” – continua Palmisano – il mio è solo uno dei tanti casi di come un tumore possa andare avanti in attesa che si cominci la radioterapia. Un’assurdità alla quale bisogna porre rimedio”.