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Bari, i piccoli commercianti contro il Villaggio di San Nicola in Fiera: “Sta svuotando la città”

Pubblicato da: redazione | Ven, 14 Dicembre 2018 - 09:00

Polemiche da parte di Unimpresa sul Villaggio di San Nicola, organizzato alla Fiera, che toglierebbe affluenza nei negozi del centro e delle periferie.

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“Un evento gratuito che, ovviamente, attira migliaia di visitatori e di avventori “sottratti” alla città – spiega Savino Montaruli di Unimpresa Bari e Unione Commercio –  si tratta di un’altra di quelle iniziative nate al di fuori di qualunque forma di concertazione con i piccoli commercianti baresi che si dicono completamente estraniati dalla programmazione e per nulla rappresentati da quelle associazioni che, in realtà, stando anche ai numeri ufficiali della camera di commercio, rappresentano una percentuale quasi insignificante ma di fatto “gestiscono” l’intero comparto senza minime forme di concertazione. In questi giorni – continua Montaruli –  in queste ore, a Bari si parla diffusamente proprio di un evento inserito in un contesto pubblico ma che pare non porti beneficio alcuno al piccolo commercio anzi starebbe svuotando la città privando, conseguentemente, l’animazione urbana che dovrebbe portare beneficio alle piccole imprese che soffrono nella totale indifferenza istituzionale e del mondo policolluso. Si tratta del Villaggio di San Nicola”.

“Cibo a volontà, scintillanti luci di Natale – prosegue la nota –  musiche meravigliose e profumi invitanti. Insomma, un altro vero e proprio “ipermercato” messo su “sfruttando” la figura di San Nicola che non è per nulla acclarato avesse potuto gradire tutto questo e tutto questo “sfruttamento”. Sta di fatto che una volta entrati nel mondo magico non se ne esce più. Un vero e proprio disincentivo allo shopping natalizio con intere famiglie, arrivate anche in pullman da altre città, riversate nel contenitore magico ad ammirare mostre, installazioni artistiche, laboratori educativi, incontri, percorsi enogastronomici della tradizione popolare italiana e internazionale, racconti di popoli e di genti del Mediterraneo, attività culturali ed eventi di spettacolo. Tutto sottratto alla vita della città, del suo cuore pulsante, della sua identità. Con quale programmazione? Con quale finalità? Con quali strumenti organizzativi e con quali regimi di autorizzazioni, anche alle vendite, si sta svolgendo tutto questo? A nessuno è dato saperlo”.

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