La Corte di Appello di Bari ha confermato, riducendo le pene, le condanne inflitte in primo grado con rito abbreviato nei confronti di sei presunti affiliati al clan Diomede di Bari, fra i quali il boss Franco Diomede, accusati di decine di estorsioni ai commercianti del quartiere Carrassi con l’aggravante mafiosa.
In particolare i giudici hanno ridotto da 14 a 10 anni di reclusione la condanna inflitta a Diomede, da 6 anni e 4 mesi a 5 anni e 4 mesi la pena per Giovanni Sedicina, da 4anni e 8 mesi a 3 anni e 10 mesi per Marco Novelli, da 4 anni e mezzo a 3 anni per Cosimo Zaccaro, da 3 anni a 2 anni, 9 mesi e 10 giorni di reclusione per Domenico Siciliani, da 2 anni e 8 mesi a 2 anni e mezzo per Francesco Ungredda. Gli episodi contestati risalgono agli anni 2013-2016. I pregiudicati imputati, stando alle indagini della Dda di Bari, avrebbero imposto ai commercianti forniture e avrebbero fatto la spesa per anni senza pagare in pescheria, dall’ottico e da una decina di diversi negozi.
Tra le vicende accertate a carico del boss c’è anche l’aver preteso e ottenuto l’assunzione nella cooperativa incaricata dall’Amiu (azienda municipalizzata barese che gestisce l’igiene urbana e la raccolta rifiuti) della pulizia dei bagni pubblici. Diomede, accusato di 14 estorsioni, e Zaccaro sono tuttora detenuti in carcere, mentre gli altri quattro sono agli arresti domiciliari. Gli imputati, in solido fra loro, sono stati condannati anche al risarcimento danni nei confronti delle costituite parti civili, il Commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, il Comune di Bari, la Fai (Federazione delle associazioni Antiracket Italiane) e sette commercianti vittime delle estorsioni. Il sindaco, Antonio Decaro, era presente alla lettura della sentenza.
“La condanna del clan Diomede dimostra che in questa città si rispettano le regole, c’è un nuovo senso di legalità. Mi sento di ringraziare i commercianti che hanno avuto il coraggio di denunciare”, ha detto proprio Decaro. Uno degli imputati, dopo la sentenza, ha anche salutato il sindaco mentre usciva dall’aula d’udienza della Corte di Appello. “Oggi è una giornata importante per la città – ha aggiunto Decaro – perché il reato di estorsione è un reato gravissimo. Gravissimo per chi lo subisce e anche per la società, perché mina alle fondamenta l’economia cittadina”. “Sono qui per loro, per i commercianti – ha continuato il sindaco – gli stessi che ho incontrato ieri sera e con i quali abbiamo illuminato le strade di Carrassi. Gli stessi commercianti che hanno fatto la denuncia – ha concluso – ieri con me hanno acceso le luminarie per questo Natale. Credo sia un segnale di speranza, una luce nuova in quel quartiere all’interno della nostra città”.