“Devo stigmatizzare con forza le affermazioni giornalistiche secondo cui l’ingaggio nella società del Foggia Calcio di Luca Umberto Pompilio sarebbe avvenuta in seguito a pressioni e minacce di provenienza e natura mafiose”. Lo afferma Raul Pellegrini, il legale dell’ex calciatore rossonero coinvolto nell’operazione “La Decima Azione” quella della polizia di Stato e dei carabinieri che la scorsa settimana ha portato all’arresto di 30 esponenti della criminalità organizzata Foggiana.
Dalle indagini sarebbero emerse infatti presunte pressioni da parte di affiliati al clan nei confronti dell’ex allenatore del Foggia Calcio, Roberto De Zerbi, dell’ex direttore sportivo, Giuseppe Di Bari e sul figlio del patron Sannella per l’ingaggio del giovane calciatore Luca Pompilio, tesserato a gennaio 2016 con la società rossonera. Tutti i diretti interessati hanno negato questa accusa. Secondo il legale, Luca Pompilio “non ha mai avuto alcun tipo di frequentazione con i soggetti arrestati”. L’avvocato Pellegrini segnala inoltre che “Pompilio non è mai stato ascoltato dagli inquirenti”.
“Infine – scrive in una nota il legale – la insussistenza di interventi esterni per favorire il lavoro del calciatore Pompilio con la società Foggia Calcio emerge per tabulas anche da un’altra circostanza documentale, ossia dalla risoluzione consensuale del contratto con la società calcistica che Pompilio ha sottoscritto già nel lontano 31 agosto 2017”.