La Dda di Bari ha chiesto sei condanne all’ergastolo e altre due alle pene di 20 anni e di 18 anni e 6 mesi di reclusione per otto affiliati al clan Strisciuglio di Bari, accusati del duplice omicidio di Luigi e Antonio Luisi, padre e figlio. Il 30 aprile 2015 fu ucciso in un agguato il figlio Antonio e ferito il padre, vero obiettivo dei killer. Il 31 ottobre 2016 il clan portò a termine l’obiettivo, ammazzando Luigi Luisi (che morì in ospedale il 14 novembre dopo due settimane in coma).
Il movente dei delitti sarebbe riconducibile a dissidi interni all’organizzazione criminale. Le richieste di condanna sono state formulate dal pm Giuseppe Gatti nel processo con rito abbreviato che si sta celebrando nell’aula bunker di Bitonto dinanzi al gup del Tribunale di Bari Francesco Pellecchia. Rischiano la condanna all’ergastolo i pregiudicati Vito Valentino e Alessandro Ruta, ritenuti i mandanti del primo agguato in cui morì il figlio, Domenico Remini, pianificatore di entrambi i delitti, Christian Cucumazzo e Antonio Monno, esecutori materiali dell’omicidio di Antonio Luisi e del tentato omicidio del padre Luigi, Maurizio Sardella, colui che avrebbero aiutato i sicari dell’agguato al padre, monitorando i movimenti della vittima.
Il pm ha chiesto inoltre la condanna a 20 anni di reclusione per Donato Sardella, figlio di Maurizio, e a 18 anni e 6 mesi per Gaetano Remini, fratello di Domenico, che hanno confessato di essere gli esecutori materiali dell’assassinio di Luigi Luisi. Si tornerà in aula per le discussioni delle difese il prossimo 17 dicembre. La sentenza è prevista per il 21 gennaio 2019.