Il paravento che si usa per ascoltare i collaboratori di giustizia durante i processi di mafia sarebbe stato buttato via tra i rifiuti durante il trasloco del Tribunale dal Palagiustizia di Nazariantz, a Bari, all’ex sezione distaccata di Modugno (Bari), dove da alcune settimane si celebrano i processi a causa della inagibilità dei vecchi uffici penali. Questa mattina – riporta l’Ansa – un «pentito» che doveva testimoniare nel processo su un presunto traffico di droga e estorsioni ai cantieri edili da parte di affiliati al clan Di Cosola di Bari, ha dovuto testimoniare nell’aula della Camera di Consiglio, alle spalle dei giudici.
L’impianto di videoconferenza non è ancora funzionante nella nuova sede, tuttora in corso di allestimento dopo il trasferimento, e quindi il Tribunale ha disposto la traduzione in aula dell’uomo. Giunto a Modugno, ci si è resi conto che mancava il paravento che di solito protegge i collaboratori dallo sguardo degli imputati contro i quali vengono a testimoniare. Con le prolunghe hanno portato il microfono nella stanza adiacente l’aula e così l’uomo, dopo ore di attesa, ha risposto alle domande parlando alle spalle dei giudici. Il pm della Dda che nel processo rappresenta l’accusa, Federico Perrone Capano, ha chiesto che la situazione fosse messa a verbale e segnalata a chi di competenza.