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Ex Ilva di Taranto, la Regione Puglia impugna davanti al Tar l’addendum al contratto d’affitto

Pubblicato da: redazione | Sab, 24 Novembre 2018 - 15:00
Ilva: rimossa vecchia insegna, ora c'è logo ArcelorMittal/ Foto di Giacomo Rizzo

La Regione Puglia ha presentato ricorso al Tar del Lazio per l’annullamento dell’addendum al contratto di affitto con obbligo di acquisto di rami di azienda, sottoscritto nel settembre scorso tra le società del Gruppo Ilva in AS e la cordata Am InvestCo Italy con ArcelorMittal capofila e, di conseguenza, dell’aggiudicazione della procedura di trasferimento dei complessi aziendali Ilva in favore della Am InvestCo e degli atti consequenziali, anche in ragione della presentazione dell’Addendum.

Lo ha annunciato Rocco de Franchi, consigliere giuridico per la Puglia in materia ambientale ed ex vice sindaco di Taranto, intervenendo a Taranto a un dibattito sull’immunità penale e amministrativa concessa agli acquirenti dello stabilimento siderurgico.

“Hanno trasformato il contratto in un decreto del Presidenza del consiglio dei ministri, questa è la ragione della originaria impugnativa da parte della Regione ed è la stessa ragione per la quale abbiamo impugnato anche l’addendum”. A sottolinearlo è il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, in un dibattito sull’immunità penale concessa agli acquirenti dello stabilimento siderurgico ex Ilva, che si svolto oggi a Taranto. Il riferimento è al ricorso al Tar del Lazio presentato dalla Regione Puglia per l’annullamento dell’addendum al contratto di affitto con obbligo di acquisto di rami di azienda sottoscritto nel settembre scorso tra le società del Gruppo Ilva in AS e la cordata Am InvestCo Italy.

“L’Avvocatura della Regione Puglia – ha spiegato Emiliano – ha promosso ricorso contro il cosiddetto addendum per una semplicissima ragione, perchè questo addendum non corrisponde al Dpcm che contiene il piano ambientale. È una normativa privata, una integrazione del Dpcm che in realtà non si è poi verificata, nel senso chela presidenza del Consiglio dei ministri avrebbe dovuto inserire questi nuovi elementi nel Dpcm e quindi rifarlo”. Poichè “hanno il terrore – ha attaccato il governatore – di rifarlo, perchè dentro il Dpcm è contenuta anche l’aggiudicazione, sono state introdotte una serie di norme che, secondo noi, violano ulteriormente i diritti delle persone perchè aggravano il carico ambientale senza ragione”. Secondo Emiliano, “dietro un apparente miglioramento delle condizioni ambientali, sono state prese decisioni che in realtà favoriscono l’acquirente al di là di ciò che era già stato consolidato nel Dpcm, che sostanzialmente tiene il luogo del contratto”.

(Foto Ansa)

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