Atteso sotto casa da chi conosceva bene le sue abitudini. La morte del 49enne Domenico Capriati, nipote del boss Antonio, è stata pianficata nei minimi dettagli, studiata probabilmente da diverso tempo.
I suoi sicari, almeno due, hanno atteso che l’uomo, come ogni sera, rientrasse a casa, si sono appostati sotto casa, in via Archimede 10, a pochi metri dall’abitazione del capo clan Savino Parisi, è appena hanno visto passare la Yaris della vittima hanno iniziato a sparare, non preoccupandosi della presenza anche della moglie del 49enne. L’uomo ha provato a fuggire cercando di raggiungere a piedi il cortile del suo palazzo, è riuscito anche ad aprire il cancelletto, ma i killer non gli hanno dato scampo: lo hanno inseguito, ferito con altri proiettili che lo hanno raggiunto alla schiena e ad una spalla. Il colpo mortale, quello al viso, potrebbe essere stato esploso però da posizione ravvicinata. Una esecuzione mafiosa vera e propria.
Fino a questo momento, tutte le persone ascoltate in Questura non avrebbero fornito elementi utili alle indagini ma gli investigatori temono possa trattarsi di una nuova guerra che vede coinvolti gli Strisciuglio.