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Bari, l’avvocato dei residenti di via Archimede: “Japigia come la Terra dei fuochi”. Decaro: “Giustizia per i 21 morti”

Pubblicato da: Vincenzo Damiani | Ven, 23 Novembre 2018 - 12:15

“È una vicenda inquietante. Le indagini hanno accertato che per anni gli abitanti di quella palazzina – e forse, di quel quartiere – sono stati esposti a concentrazioni di diossine paragonabili alle zone più inquinate della Terra dei Fuochi. Le vittime non possono essere archiviate”.

Lo dichiara l’avvocato Michele Laforgia, difensore delle famiglie delle vittime della palazzina di via Archimede 16, nel quartiere Japigia di Bari. La Procura, che ha chiesto l’archiviazione perché è passato troppo tempo dai fatti, ha accertato che 21 persone sono morte a causa di tumori provocati della esposizione alle sostanze cancerogene sprigionati da vecchi roghi nella ex discarica comunale di via Caldarola.

“Anche se oggi secondo i consulenti della Procura non c’è più pericolo, perché la discarica è stata messa in sicurezza alla fine degli anni 90, – dice Laforgia – malattie e morti si sono verificate sino a pochi mesi fa, occorre accertare tutte le responsabilità”.

Sulla vicenda interviene anche il sindaco di Bari, Antonio Decaro: “Siamo al fianco delle famiglie che chiedono giustizia per le morti accertate di 21 residenti nella palazzina di via Archimede 16, a Japigia, nelle vicinanze della ex discarica di via Caldarola, bonificata ormai da trent’anni. Il mio pensiero va a tutte le persone che in quella zona hanno vissuto o vi hanno trascorso le loro giornate, ad esempio i ragazzi che come me in quel periodo hanno frequentato gli istituti scolastici di fronte alla montagnola. Sebbene – prosegue – nessuna sentenza potrà restituire le persone scomparse all’affetto dei loro cari, ripristinare la verità dei fatti è un passaggio fondamentale  per la nostra comunità, che deve continuare a tenere alta l’attenzione su tutti i fenomeni, penso ai roghi nelle campagne, che mettono a rischio la salute pubblica. Oggi abbiamo una consapevolezza diversa sui rischi ambientali, e insieme dobbiamo lavorare, ciascuno per le proprie competenze, per evitare che tragedie come questa possano ripetersi”.

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