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Dati sulle infezioni ospedaliere in Puglia, i Cinque Stelle chiedono l’accesso agli atti

Pubblicato da: redazione | Sab, 10 Novembre 2018 - 09:15

Il consigliere del M5S Mario Conca ha presentato una richiesta di accesso agli atti a tutte le aziende sanitarie pugliesi, agli IRCCS, agli Ospedali Riuniti di Foggia e al Policlinico di Bari per conoscere i dati sulle infezioni ospedaliere.

“Da oltre un anno e mezzo – spiega il pentastellato – attendo che la mozione che impegna la Giunta a definire i piani e i programmi regionali di prevenzione delle infezioni ospedaliere venga discussa in Consiglio regionale, ma Emiliano è evidentemente occupato in altre faccende. Mi chiedo ancora quanto tempo ci vorrà e, soprattutto, quanto ci costi in termini economici e sociali il ritardo nell’adottare le buone pratiche che suggerisco. Ho presentato la richiesta di accesso agli atti per sapere quanti milioni di euro si spendano ogni anno per risarcire i malcapitati pazienti, visto che ritengo si possa anche configurare un danno erariale da porre all’attenzione della Corte dei Conti”.

In particolare nel documento si richiedono i dati riguardanti i casi e la tipologia di infezioni ospedaliere accertati dalle strutture e segnalati dai pazienti negli ultimi cinque anni; il numero di richieste di risarcimento per infezione ospedaliera inoltrate dai pazienti negli ultimi cinque anni e l’entità economica delle stesse; le somme liquidate, sia in esecuzione di provvedimento giudiziale sia in via transattiva, negli ultimi cinque anni, per ragioni connesse alla contrazione di infezioni ospedaliere.

“Nonostante queste infezioni siano sempre più frequenti – continua Conca – la Regione continua a restare immobile. Eppure gli strumenti per contenerle ci sono, ad esempio l’accesso controllato dei visitatori nelle strutture sanitarie, l’uso di disinfettanti efficaci, l’azione delle buone pratiche nelle corsie. Se solo si mettessero dispenser per amuchina all’ingresso dei reparti – continua Conca –  come al Perrino di Brindisi dopo le infezioni fatali di klebsiella, si potrebbe contenere il proliferare di batteri. Ci vorrebbe un controllore dell’azienda pagato per verificare con tampone il palmo delle mani del personale medico e infermieristico come succede a Ginevra, con decurtazione in busta paga qualora la carica battericida superasse il limite sentinella. Bisogna tener presente che l’abuso di antibiotici crea farmacoresistenza, in parte rinveniente dalla catena alimentare che vede carni sempre più pregne di farmaci e, che, mangiandole ci rendono sempre più resistenti. L’approccio, quindi, non può che essere olistico e sinergico. La Giunta – conclude – deve al più presto attivarsi per far sì che i luoghi di cura non si trasformino in luoghi di malattia, e nei casi più gravi anche di morte per i pazienti”.

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