Uno dei protagonisti indiscussi degli ultimi mesi è stato senza dubbio il famigerato spread, le cui oscillazioni da montagne russe mettono in allarme anche chi non sa neanche cos’è. A temere maggiormente l’altalenante andamento del rendimento dei titoli di Stato sono quei cittadini che hanno stipulato un mutuo o sono intenzionati a farlo; la paura è, per i primi, di veder lievitare l’entità delle rate che già stanno sostenendo, mentre, per i secondi, di non poter più usufruire delle condizioni vantaggiose che oggi il settore dei mutui propone.
Eppure i tassi dei mutui continuano ad essere ai minimi storici (consulta http://www.calcoloratamutuo.org per maggiori informazioni), nonostante qualche lieve rialzo registrato proprio in queste ultime ore, rialzo che appare ancora irrisorio e si traduce, in media, in una manciata di euro in più su ogni rata. La relazione tra l’instabile differenziale BUND-BTP e il costo dei mutui italiani, infatti, seppur esistente, non è così diretta e immediata come sembra.
Cerchiamo di capire bene cosa sta succedendo e quali sono i rischi, o i vantaggi, che deve affrontare chi si appresta a stipulare un finanziamento ipotecario nell’immediato futuro.
Partiamo con il dire che chi ha già un mutuo a tasso fisso non ha nulla di cui preoccuparsi, in quanto le condizioni sono già state concordate e non sono soggette a variazioni; diversa la situazione per chi ha un mutuo a tasso variabile, anche se gli esperti di economia sono concordi nell’affermare che fino al 2020 non ci saranno sostanziali rialzi neanche in questo caso.
Per capire perché l’impennata dello spread – a maggio segnava circa 120 punti mentre oggi si oscilla intorno ai 300 punti – sembra lasciare quasi indifferenti gli istituti di credito, forse va chiarito che il rendimento dei titoli di Stato non è lo stesso spread che viene applicato dalle banche sui prodotti finanziari che erogano; lo spread bancario, infatti, altro non è che il guadagno lordo che la banca si riserva sul finanziamento.
In secondo luogo bisogna sottolineare come l’Euribor e l’Eurirs, i tassi interbancari di riferimento su cui vengono calcolati i mutui a tasso variabile nel primo caso e quelli a tasso fisso nel secondo, siano collegati esclusivamente alle decisioni prese dalla BCE in materia di politica e nulla c’entrano con situazioni economiche territoriali, come può essere quella italiana di questo momento.
Certo è anche vero che se il differenziale tra Btp e Bund dovesse continuare a crescere o ad essere così instabile una conseguenza nel lungo termine ci sarà, in quanto le banche dovranno spendere di più per ottenere la liquidità necessaria per finanziare i clienti, aumento che si ripercuoterà indubbiamente su questi ultimi con un rialzo dello spread bancario.
In conclusione? C’è poco tempo da perdere.
Chi è in procinto di comprare casa o di richiedere una qualsiasi forma di finanziamento fa bene a correre e a contrattare prima che ciò accada, ossia prima dell’estate del prossimo anno, periodo da tutti indicato come spartiacque tra la situazione d’oro che si sta vivendo in questo momento e un probabile incremento delle rate da pagare a fine mese.