Il menù invernale nelle scuole materne ed elementari non piace ed il malumore tra le famiglie cresce giorno dopo giorno. Sì perché se quella distribuzione di piatti durante la settimana ha sicuramente portato una sorta di equilibrio nella dieta dei più piccoli, alcune scelte ed abbinamenti stanno creando non pochi problemi. Con centinaia di piatti che tornano indietro e quantità di cibo che va buttato. Nessuna denuncia sulla qualità, ma sulla scelta soprattutto di alcuni alimenti. Senza poi alcuna distinzione tra mense per le scuole materne e quelle per le scuole elementari.
In sostanza, un bambino di tre anni si ritrova a mangiare le stesse cose di un bambino di cinque anni. Il menù, in realtà, è stato redatto da un nutrizionista e segue delle direttive regionali in merito ad una sana educazione alimentare. Ma le famiglie si stanno trovando a pagare, certe giornate, a vuoto.
Facciamo qualche esempio: oggi come contorno c’erano le bietole al vapore. Centinaia i piatti tornati indietro. Intoccati. Le bietole con le fave tornano in un’altra giornata con come secondo orata la forno, carote prezzemolate. Tra le pietanze poco apprezzate il cous cous di verdure e l’hamburger di legumi accompagnato dalle bietole a vapore.
Le famiglie sono pronte ad unirsi e a dare battaglia. E la loro percezione (criticata da molti che invece considerano il menù equilibrato) si è trasformata in realtà nel momento in cui la Ladisa, la ditta che si occupa della ristorazione, continua a ricevere centinaia di piatti indietro. Secondo un primo monitoraggio – che sarà presentato lunedì – l’80 per cento dei genitori “assaggiatori” ha bocciato il menù invernale. E sarà la stessa Ladisa a chiedere una inversione di tendenza, almeno su alcune pietanze perché – ci dicono dall’azienda – “ora si deve affrontare un tema di spreco alimentare, dato che sono davvero tanti i piatti che tornano indietro”. La parola ora passa al Comune e alla Regione.