Ogni anno in Italia si registrano più di 80mila ricoveri per le lesioni del legamento crociato del ginocchio, due terzi dei quali in pazienti di sesso maschile, 65mila per lussazione e instabilità della spalla e 35mila per distorsioni della caviglia. Si tratta di traumi da instabilità articolari riportati prevalentemente a seguito di attività ludico sportive. Senza dubbio gli uomini pagano un contributo (80%) ben più importante rispetto alle donne (15%) a questa “voglia di sport”. È quanto emerge dal 103° Congresso nazionale della Società italiana di ortopedia e traumatologia (Siot) in programma da domani venerdì 9 al 12 novembre. Oltre 3000 i professionisti provenienti da tutta Italia e dal Mondo che stanno animando le 11 sale congresso allestite all’interno del nuovo padiglione della Fiera del Levante di Bari.
“Le Instabilità Articolari – sottolineano i presidenti del Congresso, prof. Biagio Moretti e il dott. Vincenzo Caiaffa – coinvolgono nella maggior parte dei casi la spalla (30% dei casi), il ginocchio (35% dei casi), il rachide lombare (25%) e la caviglia (10%) nei quali la condizione di precaria stabilità favorisce l’insorgenza di artrosi evolutiva. Per restituire stabilità a un ginocchio infortunato o deteriorato vengono eseguiti ogni anno nel nostro Paese più di 36mila interventi per asportazione di cartilagine semilunare del ginocchio e oltre 21 mila per riparazione legamentosa”.
Altra sede frequentemente coinvolta – ricordano gli ortopedici – è la spalla nella quale la lussazione e la instabilità presentano un’incidenza fino a 98,3 per 100.000 persone all’anno nei soggetti più giovani, in particolare uomini. Oltre il 90% delle lussazioni si verifica principalmente in pazienti giovani con età compresa tra i 20 e i 29 anni, nei quali appare più alta l’incidenza delle recidive. Dolore e impossibilità a compiere il gesto specifico sono i principali sintomi delle lesioni legamentose che frequentemente si generano appunto nei distretti articolari caratterizzati da una estrema libertà di movimento. Il ricorso a tecniche mini-invasive ovvero la chirurgia artroscopica determina un minor dolore per il paziente e facilita la riabilitazione postoperatoria. “Tuttavia – concludono il prof. Moretti e il dott. Caiaffa – il grado di insuccessi e di recidive rimane ancora elevato, in particolare nella popolazione giovanile. Pertanto, ampio è l’ambito di discussione e repentina l’introduzione di nuove e più efficaci tecniche chirurgiche e di protocolli riabilitativi mirati a ridurre il numero di complicanze”.
L’evento che torna a Bari dopo 34 anni, svolto in collaborazione con l’ARET Pugliapromozione, è sostenuto anche dal Consiglio Regionale della Puglia e gode del patrocinio di Città di Bari; Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico di Bari; Politecnico di Bari; Ordine dei Medici ed Odontoiatri della Provincia di Bari; Camera di Commercio di Bari; ASL BA e Università degli Studi Aldo Moro.