Bagni indecorosi, crepe lungo i muri, acqua che cade dal tetto nei giorni di pioggia e infine un pavimento (quello in linoleum) che mostra i segni del tempo, con sotto l’ex copertura in amianto.
E’ la denuncia della Funzione Pubblica Cgil: il sindacato mostra in un video ( https://youtu.be/rBj56gnDy84 ) cosa accade durante una normale giornata di pioggia al primo piano del Palazzo di Giustizia di Taranto.
“Abbiamo scritto al presidente e al dirigente amministrativo del Tribunale di Taranto, nonché allo Spesal – dicono Cosimo Sardelli e Lorenzo Caldaralo, della FP CGIL di Taranto – e attendiamo che al più presto si possa convocare un incontro, che dopo temporeggiamenti e attese, ora consideriamo urgente. Quello che desta maggiore preoccupazione è la condizione di salubrità di uno stabile che ogni giorno viene frequentato da centinaia di lavoratori e operatori del settore e migliaia di cittadini. Appare ineludibile una verifica sullo stato del pavimento realizzato a copertura dall’originaria pavimentazione in amianto – scrivono – in particolare, si riscontrano in tutti i piani del palazzo la presenza di diverse aree dove la predetta copertura risulta evidentemente rovinata e divelta. In un caso, addirittura, si riscontra una buca nel pavimento, dove all’interno è evidente la presenza di polveri bianche. Talvolta, l’intervento si è limitato semplicemente ad apporre del nastro adesivo a copertura della feritoia”.
Ci sono, inoltre – dicono i due esponenti della CGIL – numerose stanze con le finestre rotte e anziché essere riparate sono state bloccate impedendo il necessario ricambio di aria; per non parlare, poi, degli archivi situati in spazi angusti e privi di areazione e, talvolta, anche con la presenza di apparecchiature tecnologiche.
Il palazzo non sarebbe dotato di una via di fuga alternativa alle due scale principali che portano ai piani, con i conseguenti rischi in caso di evacuazione.
“Se vi capita di andare in tribunale nei giorni di pioggia trovereste i corridoi invasi da bacinelle e secchi – dice Sardelli – servono per raccogliere l’acqua che si infiltra dal tetto, mettendo a ulteriore rischio l’incolumità di lavoratori e utenti”.