Terza assemblea questa mattina davanti alla portineria D dell’Ilva, organizzata dalla Flmu Cub, a cui hanno partecipato lavoratori dichiarati in esubero, rimasti con l’Ilva in As in regime di cassa integrazione straordinaria almeno fino al 2023. Molti operai contestano i criteri adottati da ArcelorMittal per l’individuazione degli assunti.
“Il nostro obiettivo – ha sottolineato Stefano Sibilla, segretario provinciale della Flmu Cub – è quello di coinvolgere sia i lavoratori in As che i lavoratori occupati tutt’oggi in quella fabbrica, quindi sotto contratto con Mittal, sia l’intera cittadinanza tarantina. Oltre ad essere stati lesi da un punto di vista ambientale, ci ritroviamo a rivendicare anche i diritti occupazionali, grazie all’accordo sottoscritto il 6 settembre 2018”. Un accordo che, ha concluso, “nonostante continui ad ammazzarci non ci tutela da un punto di vista occupazionale”. La prossima assemblea si terrà mercoledì in piazza della Vittoria alle 18 (Ansa).
“Stanno scegliendo, così mi dicono, gli operai ‘morbidi’, e quelli se li tengono. Gli operai più difficili da gestire, quelli li mettono in cassa integrazione. E questo non può essere tollerato”. Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, parlando con i giornalisti dei criteri per le assunzioni all’Ilva. A margine della inaugurazione di un nuovo reparto ospedaliero, Emiliano ha parlato con i cronisti delle proteste di lavoratori e sindacati in merito ai criteri di selezione per individuare i lavoratori assunti da ArcelorMittal e di quelli dichiarati in esubero. Il governatore ha chiarito di aver parlato “con alcuni sindacalisti con i quali – ha precisato – siamo stati fianco a fianco prima per fronteggiare Calenda, poi per fronteggiare Di Maio”.
“È chiaro che a Roma ci deve essere qualche virus. Quando qualcuno – ha osservato riferendosi ai parlamentari del M5S – diventa qualcuno a Roma, si dimentica di esserci andato con i nostri voti e comincia a dare i numeri”. “Avevano preso degli impegni – ha concluso – avevamo detto che il modello Riva non andava bene, di selezionare antropologicamente gli operai tra quelli affidabili e quelli non affidabili, e invece stiamo punto e a capo”.