Sono arrivati fino a Roma gli infermieri della Asl di Bari e della Bat i cui contratti di lavoro scadono il 31 ottobre. Una delegazione è stata ricevuta dalla Segreteria Tecnica del Ministero della Salute.
All’attenzione del Ministro è stata portata l’annosa questione che, ad oggi, si ritrovano a vivere tutti quegli infermieri che, pur non rientrando nella stabilizzazione del 31/12/2017 e non essendo vincitori di concorso, hanno maturato esperienza e professionalità e che, in virtù di ciò, potrebbero costituire il 50% del bacino di un prossimo concorso. “Ciò sarebbe possibile – spiegano – se ci dessero la possibilità di maturare 36 mesi di esperienza lavorativa entro il 2020, limite temporale sancito dalla Legge Madia per l’eliminazione del fenomeno del precariato”.
Questa situazione coinvolge nella realtà un’intera regione, la Puglia, nella quale è stata registrata l’impossibilità di far fronte al fabbisogno di personale infermieristico attingendo alla sola graduatoria degli idonei del passato concorso.
L’attuale situazione, frutto di piante organiche non più aggiornate dal 2015, porterebbe, qualora non vi si ponesse rimedio, al collasso della sanità regionale e, cosa ancor più grave, comprometterebbe la garanzia della continuità assistenziale.
“Il Ministero stesso – spiegano ancora – si è detto consapevole dell’incongruenza generata dal dover ricorrere ad un concorso per reperire personale quando figure professionali già formate sono a disposizione e hanno già comprovata esperienza sul territorio. Si aggiunga poi che un eventuale concorso richiederebbe tempi tecnici per essere espletato, tempi, questi, che potrebbero essere impiegati per la proroga dei contratti in scadenza. Risulta poi evidente la discrepanza presente nell’ambito della Regione tra coloro che, usufruendo di proroghe più lunghe, beneficerebbero delle nuove leggi di governo previste per il 2019 e coloro che, invece, con l’arrivo del 31/10/2018 vedrebbero sfumare ogni possibilità di protrazioni contrattuali”.
Il Ministero si è quindi fatto carico di far luce sull’intricata situazione della sanità pugliese. “Pur riconoscendo la bontà dell’impegno preso – concludono in una nota – non bisogna però dimenticare che la situazione si è generata perché si è data la precedenza a precise volontà politiche e aziendali piuttosto che alla tutela di centinaia di lavoratori dotati di un notevole bagaglio professionale ed esperienziale”.