Si è conclusa nello scorso weekend l’operazione di polizia marittima “Made in Italy”, che a livello regionale ha visto impegnati per l’intera settimana gli uomini della Guardia Costiera, coordinati dal 6° Centro Controllo Area Pesca della Direzione Marittima di Bari, in un’intensa e capillare attività di controllo sulla filiera della pesca finalizzata alla repressione della frodi a tutela della salute del consumatore e della qualità del prodotto ittico fresco immesso sul mercato. Complessivamente è stata sequestrata una tonnellata di pesce (foto archivio).
L’attività infatti si è concentrata nei punti di sbarco del pescato, ai fini della prevenzione e repressione dell’abusivismo e della commercializzazione degli esemplari di taglia inferiore alla minima, nonché della verifica sulla tracciabilità e la corretta compilazione delle previste dichiarazioni dei quantitativi e delle specie pescati, ma anche presso dettaglianti e attività di ristorazione per il contrasto delle frodi in commercio e la somministrazione di prodotto in cattivo stato di conservazione.
Sono stati 520 i controlli complessivamente operati in tutta la regione, con l’accertamento di 6 reati e 29 illeciti amministrativi, per un totale di oltre 40.000 euro di sanzioni pecuniarie comminate ed il sequestro di una tonnellata circa di prodotto ittico.
Da segnalare l’attività svolta al momento dello sbarco del pescato da un peschereccio appena rientrato nel porto di Mola di Bari, che ha consentito di contestare al comandante la mancata dichiarazione sul giornale di pesca del quantitativo pescato e quindi la detenzione ai fini del commercio illegale di 260 chili di prodotto ittico vario (triglie, polpi, merluzzi, seppie e calamari) contenuto in 52 casse che, sottoposto a sequestro, è stato interamente devoluto in beneficienza a diverse Onlus di Bari, Mola e Monopoli, in quanto ritenuto idoneo al consumo dal servizio veterinario.
Il titolare di un ristorante di Polignano a Mare, invece, è stato denunciato per frode in commercio aggravata e per il cattivo stato di conservazione degli alimenti, dal momento che i militari della guardia costiera operanti hanno rinvenuto e sottoposto a sequestro tranci di “tonno pinna gialla” di importazione, decongelato e scaduto da 10 giorni, quando il menù riportava tra le pietanze la dicitura “tagliata di tonno rosso” teoricamente fresco e di provenienza locale, per non parlare di nauseabondi tranci di “pesce spada” decongelato, anch’esso di produzione estera, che una volta deconfezionato doveva essere conservato e consumato, previa cottura, entro 24 ore.
Purtroppo risulta essere piuttosto diffuso il fenomeno della vendita di prodotto ittico non dichiarato e quindi non tracciabile sin dal momento del suo sbarco, o la somministrazione di prodotto privo di etichettatura e informazioni obbligatorie sulla provenienza, spesso in cattivo stato di conservazione e di qualità non corrispondente a quella indicata in menù e depliant informativi.