Mauro D’Attis e Dario Damiani sono stati nominati, rispettivamente, commissario e vicecommissario di Forza Italia in Puglia. Ad annunciarlo Silvio Berlusconi, “ringraziando Luigi Vitali per l’importante lavoro svolto in questi anni” e inviando ai due nuovi nominati “i più cordiali auguri di buon lavoro”. Vitali paga anche il mancato accordo per individuare il candidato sindaco a Bari e i rapporti non idilliaci con parte del partito pugliese.
In mattinata, commentando quella che era ancora una indiscrezione, il responsabile del dipartimento enti locali di Forza Italia Puglia, Michele Simone ha detto: “Non si può rimanere indifferenti a tale modo discutibile di far politica da parte dei vertici, anche nazionali, del nostro movimento. Le ripercussioni saranno pesantissime”. “Alle lotte fratricide dei capetti di quartiere durante questi anni – aggiunge – la classe dirigente azzurra in Puglia ha reagito portando risultati elettorali importanti e ripartendo dalle macerie lasciate da altri”. “Davanti a questo ennesimo colpo di mano – sottolinea – non staremo zitti e la mobilitazione sarà massiccia per dire no a quello che appare come un golpe”. Nel pomeriggio, poi, lo stesso ha rassegnato le dimissioni.
Per Simone, “qualcuno vuole destabilizzare, con certe scelte discutibili, la nostra Regione a ridosso della campagna elettorale per le elezioni europee, mentre il partito è fermo a causa di sterili guerre di riposizionamento. Siamo completamente fermi in provincia di Bari – prosegue Simone – dove l’onorevole Sisto (coordinatore di Forza Italia per Bari e provincia, ndr) in questi anni non è stato in grado di rilanciare un partito ormai vuoto, non più attrattivo, e che ha generato la propria marginalità in provincia e nella città, determinando un imbarazzante immobilismo sulla scelta del prossimo candidato sindaco alle amministrative delle 2019”.
“Pertanto – evidenzia – diciamo no all’ennesimo editto bulgaro voluto da un manipolo di anime che non rappresentano la base di tanti pugliesi da sempre leali e fedeli al presidente Berlusconi, ma ora stanchi di subire un certo modo di fare politica. Si facciano i congressi comunali, provinciali, regionali – conclude Simone – così da permettere elezioni democratiche dei vertici del nostro partito ed il coinvolgimento della nostra base che ci sta abbandonando giorno dopo giorno”.