Il dipartimento di Bioscienze, Biotecnologie e Biofarmaceutica dell’Università di Bari si prepara ad accogliere il Premio Nobel Jacques Dubochet, premio Nobel per la Chimica 2017. L’appuntamento è fissato per lunedì 8 ottobre alle 11.30, Dubochet terrà una lettura magistrale sul tema: “A Nobel Prize for electron cryo-microscopy: how and what for”.
L’ospite sarà presentato dalla professoressa Susanna Cotecchia docente di Farmacologia del Dipartimento. Il rettore Antonio Uricchio e la professoressa Maria Svelto, direttore del Dipartimento, porgeranno il saluto della comunità accademica e del Dipartimento.
Lo scienziato svizzero Jacques Dubochet ha ricevuto il Nobel in Chimica nel 2017 insieme ad altri due suoi colleghi, l’americano Joachim Frank e il britannico Richard Henderson, per i lavori svolti sulla microscopia crioelettronica.
I tre scienziati hanno sviluppato una tecnologia che permette di osservare i campioni biologici al microscopio senza doverli disidratare o senza usare prodotti che li denaturano. La loro tecnica consiste nel vetrificare l’acqua dei campioni, cioè nel congelarla in modo talmente veloce da non permetterne la cristallizzazione.
Il professor Jacques Dubochet, professore emerito dell’ Università di Losanna in Svizzera, ha studiato fisica presso il Politecnico federale di Losanna (Epfl), dopodiché ha intrapreso lo studio della microscopia elettronica del Dna, che rimarrà il suo principale ambito di interesse. Appassionato di biologia, ha consegue il dottorato con una tesi in biofisica presso le Università di Ginevra e Basilea. Dopo avere trascorso un decennio presso l’Embl (European Molecular Biology Laboratories) a Heidelberg, nel 1987 è diventato professore ordinario presso il Dipartimento di analisi ultrastrutturale dell’Università di Losanna e direttore del Centro di microscopia elettronica. All’indomani della sua nomina Jacques Dubochet ha fatto sorridere il mondo intero con il suo curriculum vitae fuori dagli schemi. Nel cv scrive di essere stato «concepito da genitori ottimisti», di «non temere più il buio» dal 1946, «perché il Sole torna; è stato Copernico a spiegarcelo», e anche di essere stato «il primo dislessico ufficiale del Cantone di Vaud». Cittadino impegnato e sensibile alle problematiche della società, come il riscaldamento climatico e i fenomeni migratori, si è dedicato con passione ad attività divulgative della scienza nella società.