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Bari, al Cara si ricordano le vittime del naufragio di Lampedusa. Emiliano: “Sbagliato pensare che tutti quelli che arrivano sono potenziali criminali”

Pubblicato da: redazione | Mer, 3 Ottobre 2018 - 18:15

Oggi nel Centro accoglienza e richiedenti asilo C.A.R.A. di Bari si è celebrata la giornata in “Memoria delle Vittime del Mediterraneo” nel ricordo del naufragio in cui nel 2013 al largo di Lampedusa morirono 368 migranti.

Il presidente Michele Emiliano ha partecipato all’evento organizzato da Auxilium che per la prima volta ha aperto le porte del centro anche ad una rappresentanza di studenti e docenti dell’I.C. Caporizzi Lucarelli di Acquaviva delle Fonti.

“È ovvio che i flussi vanno regolati, ci mancherebbe, ma vanno regolati secondo umanità e diritto, non annullandoli e costringendo le persone a non poter esercitare il loro diritto di muoversi per il mondo e stabilirsi dove ritengono – ha detto il presidente a margine della sua visita – Questa è l’epoca in cui i capitali, i soldi, anche quelli della ‘ndrangheta, viaggiano dappertutto e le persone sono invece bloccate. Questa cosa non funziona anche perché in Italia abbiamo bisogno di lavoratori che vengono a svolgere una serie di mestieri che altrimenti nessuno svolgerebbe. Quindi c’è anche un interesse da parte dell’Italia a ospitare la parte migliore del mondo che vuole trasferirsi da noi. D’altra parte abbiamo centinaia di migliaia di pugliesi e di italiani che viaggiano, vanno a lavorare e si stabiliscono in altri paesi, e nessuno li rifiuta, sarebbe pazzesco. Riportare la verità, allora, è fondamentale”.

“Bisogna fare quello che abbiamo fatto in altri momenti difficili della Repubblica: bisogna resistere, resistere, resistere. E spiegare agli italiani quello che accade, che non c’è nessun pericolo di essere invasi o di ricevere chissà quali organizzazioni criminali. Noi – ha concluso – siamo tuttora il paese che ospita e diffonde nel mondo le più potenti associazioni criminali che esistano, e non per questo gli italiani non possono spostarsi liberamente e andare a vivere dove gli pare. Perché negli altri paesi sanno distinguere gli ‘ndranghetisti, quelli che stanno con Cosa nostra, i camorristi, quelli della Sacra corona unita, dagli altri italiani. E sanno che la maggioranza degli italiani sono persone perbene. A nessun pazzo passa per la testa di considerare ogni italiano un criminale potenziale. Quindi dobbiamo rendere la reciprocità. Non possiamo pensare che tutti quelli che arrivano qua, sono dei potenziali criminali. Non funziona così”

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