Dopo Händel tocca a Mendelssohn, ancora nel segno della musica sacra e degli autori tedeschi. A fare da cornice, le Cattedrali di Puglia, che il festival itinerante Oriente Occidente celebra insieme ai grandi compositori del Settecento e dell’Ottocento. Sabato 29 settembre (20.30, ingresso libero) saranno gli interni barocchi della Cattedrale di Giovinazzo, che all’esterno ha conservato l’originario stile romanico, a fare da cassa di risonanza all’inno Hör Mein Bitten di Mendelssohn. Lo eseguono Eleonora Cilli (soprano), Tiziana Portoghese (mezzosoprano), Nicolò Marzocca (controtenore) e il Coro della Polifonica Barese «Biagio Grimaldi» diretti da Sabino Manzo, con Simone Falco impegnato a far rivivere dopo molti anni l’antico organo monumentale della Cattedrale, uno strumento costruito nel 1779 da Pietro de Simone.
L’appuntamento, una coproduzione in collaborazione con il Comune di Giovinazzo, segue la doppia esecuzione a Bari e Modugno del Messiah di Händel, al quale Hör Mein Bitten (Ascolta la mia preghiera) è in un certo qual modo legato da un filo rosso. Perché così come il Messiah fa parte della produzione londinese di Händel, l’inno di Mendelssohn ebbe la sua prima alla Crosby Hall di Londra, l’8 gennaio del 1845, e fu composto su un testo del librettista inglese William Bartholomew (Hear my Prayer) tradotto in tedesco dallo stesso Mendelssohn, il quale mai avrebbe immaginato per questa sua opera lo straordinario successo poi ottenuto soprattutto in Inghilterra.
Mendelssohn, che già diversi anni prima era stato il protagonista della cosiddetta Bach-Renaissance a partire proprio da una pagina di musica sacra, con la storica direzione a Berlino della Passione secondo San Matteo, era nel pieno della sua maturità quando scrisse Hör Mein Bitten che, pur non essendo in generale tra le creazioni più popolari del compositore tedesco, mostra molte caratteristiche stilistiche dell’autore. L’inno, il cui testo è una libera parafrasi del Salmo 55, è organizzato come una piccola cantata, con due movimenti a contrasto seguiti da un recitativo che conduce ad una suggestiva aria finale. E se nell’iniziale Andante il soprano si inserisce con il suo canto asciutto ed efficace nel discorso polifonico dell’organo, nel successivo Allegro moderato è il coro a dialogare per imitazione contrappuntistica con il soprano, prima che un recitativo prepari alla solenne sezione finale, ugualmente avviata dal soprano e sviluppata dal coro.
Il Festival Oriente Occidente è realizzato con il contributo di Regione Puglia, Comune di Bari, Fondazione Puglia e Arciconfraternita Maria SS. Del Carmine di Bari.